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La Cattedrale di Lamezia

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Scoppia la polemica per una messa solenne in Cattedrale annunciata per domani, 28 agosto, in memoria di tutti i defunti dell’ex Casa regnante Savoia a cui parteciperanno con i Cavalieri e le Dame degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia (dei Santi Maurizio e Lazzaro e al Merito di Savoia), unitamente ad una rappresentanza dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon guidata dall’Ispettore per la regione Calabria Floro De Nardo.

A presiedere la cerimonia religiosa, prevista per le ore 12, del Duomo di Lamezia, sarà don Carlo Cittadino, parroco della Cattedrale, unitamente a don Luigi Cannizzo, parroco di Santa Maria della Candelora in Reggio Calabria e don Antonino Vinci, parroco di Santa Maria di Porto Salvo in Gallico Marina.

Sulla messa ha inviato una lettera al vescovo di Lamezia, monsignor Serafino, il movimento Pax Christi- Punto Pace di Lamezia Terme, con la richiesta di “fare qualcosa per risparmiare alla Chiesa Lametina e alla nostra città questa immeritata mortificazione”, in quanto questa messa “ci lascia a noi di Pax Christi-Punto Pace di Lamezia Terme, alquanto perplessi. Quella Casa Savoia che, al di là delle responsabilità che porta per le sue complicità e i suoi silenzi nelle immani tragedie delle due guerre, rappresenta quanto di più lontano ci possa essere dagli insegnamenti del Vangelo“.

Pronta la risposta di don Carlo Cittadino, parrocco della Cattedrale di Lamezia, il quale precisa che “accogliere tale richiesta è stata una mia autonoma iniziativa, supportata dal fatto che i richiedenti – a loro dire – contavano sulla partecipazione del Vescovo Mons. Paolo De Nicolò, ex Reggente della Casa Pontificia. Dell’organizzazione e del mio personale assenso a detta celebrazione il nostro Vescovo Mons. Serafino Parisi – peraltro impegnato nella stessa data nelle celebrazioni in onore della Madonna della Quercia a Conflenti – non era statopreviamente avvisato”.

Sulla polemica si inserisce anche l’Osservatorio delle Due Sicilie che in una nota esprime delusione “non per chi ha organizzato la manifestazione, perché è normale che vi siano persone nel Sud che ancora amano ricordare i privilegi acquisiti dai loro avi a seguito della conquista del Regno delle Due Sicilie da parte dei Savoia, con l’acquisto a prezzi bassissimi di terreni demaniali e proprietà confiscate alla Chiesa, e per aver potuto lucrare in maniera spietata per 80 anni sulla pelle dei poveri contadini meridionali, costringendo intere generazioni ad emigrare. La delusione e lo stupore riguarda invece la Curia lametina. E’ vero che una Messa non si nega a nessuno, specie se a pagamento, ma i preti che officeranno questa Messa sanno dei furti subiti dalla Chiesa ad opera dei Savoia? Sanno dei preti e vescovi fucilati per essersi opposti alle prepotenze del nuovo potere? Sanno dei preti condannati al carcere a vita solo per aver parlato male del nuovo Governo savoiardo durante una Messa? Esistono le prove documentali, riportate nel libro “Capire il brigantaggio postunitario e le sue origini in terra di Calabrie, che l’Osservatorio delle Due Sicilie ha pubblicato nel 2019”.

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