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Le minacce a Gratteri durante la diretta di Bonaventura su Tik Tok

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CROTONE – Le minacce al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, corrono anche via Tik Tok. Durante una delle dirette del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, alcuni utenti collegati hanno fatto riferimento alla maxi operazione antimafia condotta dalla Dda catanzarese a Cosenza nelle ore immediatamente successive al blitz della scorsa settimana. In particolare, una certa Noemi Cugliari – ma potrebbe essere un’identità fittizia – dopo che “il Madonna” ha affermato «Gratteri 200 arresti domani ne usciranno 180», ha commentato: «Campa poco Gratteri come tutti gli uccellini», con riferimento evidente ai pentiti grazie alle cui rivelazioni sono possibili colpi così duri alle mafie. E qualcun altro commenta ancora: «la mafia camorra e sempre stata nei grandi palazzoni».

Riportiamo il testuale con i relativi errori di grammatica, tanto più che Gratteri stigmatizza spesso l’uso dilagante dei social da parte dei giovani dal quale in molti casi trapela una scarsa conoscenza della lingua italiana.

Ma qua c’è anche dell’altro, non c’è soltanto ignoranza, perché su Tik Tok, a quanto pare, si inneggia alla cultura mafiosa. Immediata è stata comunque la replica di Bonaventura che si è rivolto agli autori delle minacce apostrofandoli e dicendo loro che dovrebbero vergognarsi. Nelle settimane scorse anche il pentito crotonese ricevette minacce durante una delle sue dirette. Qualcuno gli si rivolgeva dicendo che Rino Bonaventura (suo padre, morto nel 2015, uno dei capi del clan) non sarebbe fiero di lui; qualcun altro gli intimava: «se non vuoi essere sciolto nell’acido evitami». Con la sua associazione “Sostenitori dei collaboratori e testimoni di giustizia”, Bonaventura vuole farsi pioniere di una battaglia anche sui social, anche su Tik Tok. “Striscia l’antimafia”, così ha chiamato le dirette in cui propone una contro informazione all’insegna della «lotta alla cultura della mafiosità». 

Non si contano, invece, le minacce a Gratteri,  al quale nei mesi scorsi è stata rafforzata la scorta dopo la scoperta di un progetto dei narcos che con l’avallo della ‘ndrangheta volevano farlo saltare in aria. Ma la Procura di Salerno, competente per materia, riceve ogni mese almeno tre segnalazioni di minacce spesso rintracciabili nelle intercettazioni in corso nei procedimenti antimafia, da cui si ricava un certo nervosismo delle cosche per l’aggressione giudiziaria senza precedenti che subiscono nel territorio del distretto della Corte d’Appello di Catanzaro da quando il magistrato si è insediato nel capoluogo calabrese.

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