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Il luogo dell'incidente

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La tragica vicenda di Antonio Ciambrone travolto e ucciso mentre segnalava la presenza di un incidente in strada a Lamezia Terme

LAMEZIA TERME – Morire per evitare altri incidenti. È accaduto questo a un giovane operaio. Due auto, una Golf e un’Audi, si scontrano frontalmente (una di questa transitava contromano). Lui, che stava lavorando poco distante dallo scontro, si sposta per segnalare l’incidente alle auto che sopraggiungevano (pare anche per mettere un cartello per segnalare l’incidente). Una delle auto però lo travolge e lo uccide sul colpo.

Ha perso così la vita alle 9 di ieri mattina, Antonio Ciambrone, 35 anni, di San Pietro Apostolo. Operaio di una ditta del lametino incaricata dall’Anas a rifare l’asfalto tra la statale 280 e la statale 18 (LEGGI LA NOTIZIA).

L’operaio, in particolare, stava lavorando, con altri colleghi, nel tratto della rotatoria (dove c’è un restringimento di carreggiata per i lavori in corso) che conduce all’aeroporto di Lamezia. Alla guida dell’auto che ha travolto l’operaio, c’era un ventiduenne marocchino. L’uomo, già sentito dalla Polizia stradale che conduce le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Lamezia, si è subito fermato per prestare i soccorsi.

Temporaneamente chiusa al traffico, in entrambe le direzioni la strada statale 18 “Tirrena Inferiore” nel tratto in prossimità del km 375,500, all’altezza dell’innesto con la statale 280 “dei Due Mari”. È questo il punto dove si è verificata la tragedia nei pressi della rotatoria dell’aeroporto di Lamezia Terme. L’operaio della ditta esterna incaricata da Anas per i lavori di manutenzione su un cantiere poco distante, sulla statale 280, «si è allontanato dalla sua postazione – scrive in una nota l’Anas – per cause in corso di accertamento e si è recato sulla rotatoria dove è sopraggiunta un’auto che lo ha investito provocandone il decesso. L’Anas esprime il più sincero cordoglio ai familiari del giovane operaio».

«Un’altra tristissima giornata per tutta la nostra comunità – – scrive in una nota il sindaco di San Pietro Apostolo, Raffaele De Santis, e l’amministrazione comunale -. Nemmeno il tempo di metabolizzare (ammesso che sia possibile farlo) la scomparsa del caro amico Pino, che siamo stati nuovamente travolti da un’altra morte durissima da accettare. L’amico Antonio, per tutti amorevolmente “Il Presidente” è stato strappato via alla nostra comunità mentre svolgeva quello che per un uomo dovrebbe essere la cosa più nobile e sicura: il lavoro».

«Una giovane vita, una morte ingiusta che tronca a tutti noi il respiro – scrive ancora il sindaco De Santis, e l’amministrazione comunale -. Continuiamo a non capire, continuiamo a non accettarlo ed alla grandissima tristezza si aggiunge tantissima rabbia. Non si deve morire sul lavoro! Esprimiamo la nostra vicinanza alla Famiglia di Antonio così come a tutta la comunità ancora una volta tristemente coinvolta dall’ennesima morte prematura e inaccettabile». «Una persona buona, che faceva volontariato» ricorda il vicesindaco di San Pietro Apostolo, Maurizio Tomaino. La vittima viveva con la madre e da poco aveva perso il padre.

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