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Il palazzo della Provincia di Catanzaro

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CATANZARO – Sono ore di apprensione per il dipendenti della Provincia di Catanzaro, che lamentano il ritardo nel pagamento dello stipendio di aprile a causa delle difficoltà finanziarie nelle quali versa l’ente. Dopo una prima forma di protesta ieri in occasione della seduta del Consiglio provinciale, questa mattina i dipendenti si sono di nuovo radunati davanti Palazzo di Vetro, l’edificio che ospita l’amministrazione provinciale.

A sua volta, il presidente della Provincia, Sergio Abramo, con una delegazione di dipendenti, ha avuto oggi un incontro con il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, alla quale ha prospettato la problematica che investe l’ente intermedio.

Parlando con i giornalisti al termine dell’incontro, Abramo ha spiegato: «Abbiamo chiesto al prefetto, che entro giovedì avrà un incontro con il ministro, di sollecitare i trasferimenti che normalmente arrivano dallo Stato. Alla nostra Provincia devono arrivare circa 2 milioni e sono in ritardo per il pagamento dello stipendio di aprile. Ieri sera comunque abbiamo avuto la buona notizia che ieri sera è stato approvato il famoso ‘fondino’, a quanto pare per 30 milioni, per il 2022, e per 15 milioni per il 2023».

«Adesso – ha sostenuto il presidente della Provincia di Catanzaro – aspettiamo la ripartizione per capire se la Provincia di Catanzaro avrà una somma maggiore rispetto alle altre Province, perché la situazione finanziaria della Provincia di Catanzaro è particolare: infatti non si tratta di debiti ma per la maggior parte contrazione di mutui, questa è una spesa fissa che non può essere diminuita, a differenza di un debito che si può spalmare in 20 anni. Ora con questo ‘fondino’ è stata data dignità alle Province rispetto ai Comuni, che avevano già avuto 400 milioni: vediamo come sarà la ripartizione, ma – ha concluso Abramo – ci devono mettere nelle condizioni di non poter fare brutta figura a livello anche personale o sentirci male perché non riusciamo a pagare gli stipendi. Mi devo prendere anche questa responsabilità per una cosa non fatta da noi?”.

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