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LAMEZIA TERME – Ieri per il terzo giorno consecutivo l’ambulanza del 118 della postazione di Lamezia Terme è rimasta senza alcun medico a bordo. Ormai sono mesi che continua il disservizio e che si denuncia questa situazione paradossale, che culminò a novembre scorso quando un anziano per una gravissima difficoltà respiratoria perse la vita in attesa dell’arrivo dell’ambulanza da Girifalco, impiegando 90 minuti, perché l’unica ambulanza del 118 di Lamezia era impegnata in un altro servizio.

E come quando il Pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme (fra i più grandi della Calabria) è rimasto privo di Tac con l’unica ambulanza a disposizione costretta a portare i pazienti a Soverato lasciando per ore il presidio senza mezzo.   Il tutto accade nella quarta città della Calabria, un territorio che conta oltre 120.000 abitanti, con l’età media di 45 anni e 46.173 nuclei familiari.  Ancora oggi, né la regione Calabria, né l’Asp di Catanzaro sono intervenute per sanare la situazione drammatica che attraversa la città di Lamezia Terme e il comprensorio del tirreno catanzarese. La logistica organizzativa del 118, frutto della politica dei tagli alla spesa sanitaria, portò ad assegnare alla città di Lamezia Terme solo un’ambulanza e togliere dal servizio del 118 il medico a bordo.

Eppure, lo scorso 1 gennaio la visita a sorpresa all’ospedale di Lamezia Terme del presidente Roberto Occhiuto, i colloqui con il personale sanitario e l’impegno esplicito «c’è molto da lavorare anche qui. Avanti senza sosta», pare che avessero impresso un nuovo passo verso la verifica e la risoluzione dei problemi.

Invece, la situazione peggiora sempre più e la pandemia Covid fa emergere come una cartina di tornasole gravità dei problemi e responsabilità. Va ricordato che l’idea delle ambulanze senza medici fu una scelta vergognosa che ha portato a negare il diritto alla salute.

Sulla condizione delle emergenze è intervenuto anche il Codacons con una nota durissima sulla situazione sanitaria. «Per renderci conto del rischio a cui siamo esposti in Calabria e nel Lametino – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – basta dire che oggi, per il terzo giorno consecutivo, gli interventi di emergenza nell’area del Lametino (150 mila cittadini, figli di un dio minore) sono garantiti da una ambulanza senza medico a bordo. Ovviamente rimane solo un miraggio il rispetto dei tempi di soccorso, 8 minuti nelle aree urbane e 20 per quelle extraurbane. Come dire: se l’ambulanza si trova a Girifalco oppure a Soveria Mannelli quando riuscirà a raggiungere il centro di Lamezia o i paesi dell’entroterra, grazie anche alla efficienza della rete viaria, troverà sui muri i manifesti funebri».

Ma v’è di più. Di Lieto denuncia «che piastre monouso sono scadute e che quelle in dotazione sulle ambulanze siano “metalliche” ovvero quelle che un infermiere, senza medico accanto, non è abilitato ad usare».

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