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Un'ambulanza in servizio

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CATANZARO – «Le promesse non bastano più, in questo modo non possiamo andare avanti». Si sono trovati questa mattina a partire dalle 9.30 davanti la Cittadella Regionale in segno di protesta gli operatori delle autoambulanze private che effettuano il trasporto dei pazienti emodializzati nella provincia di Catanzaro per conto dell’Asp. Servizio finora garantito nonostante, ormai dal mese di settembre 2021, mancano i rimborsi chilometrici previsti.

E da ieri la protesta ha trovato una prima fase di applicazione. Non con lo stop totale al servizio – come inizialmente annunciato dalle stesse aziende, associazioni e cooperative del settore autoambulanze – ma con un netto rallentamento. In altre parole, per dare un segnale concreto, ieri il trasporto per i numerosi pazienti nefropatici che devono quotidianamente raggiungere i centri dialisi del territorio è stato garantito con netto ritardo rispetto ai turni previsti. Con i conseguenti disagi per le strutture sanitarie che hanno dovuto così “rivedere” gli orari dei turni di dialisi.

Occorrono risposte certe, dunque, dopo le promesse tradite da parte dell’Asp di Catanzaro. D’altronde la protesta era già stata avviata lo scorso otto marzo e poi “congelata” dopo le immediate rassicurazioni arrivate da parte del commissario straordinario, Ilario Lazzaro. Da quel giorno, nulla si è mosso e infruttuose sono state le interlocuzioni avviate con l’azienda sanitaria, anche in persona del direttore amministrativo Maria Mariani (nominata a fine febbraio) che avrebbe preso tempo per «visionare e rendersi bene conto» delle pratiche in questione.

La misura, dunque, è colma. Questa mattina la protesta in Regione ritenuta “corresponsabile” della situazione tanto quanto l’Asp.

«È ormai palese – avevano scritto in una nota gli operatori privati catanzaresi – come Asp, Regione Calabria e organi competenti abbiano mandato al baratro il servizio del trattamento salvavita degli utenti emodializzati. Vano è stato l’ennesimo sforzo da parte di associazioni, cooperative, aziende operanti nel settore a voler sostenere economicamente le spese per il trasporto degli utenti per altri dieci giorni». E non sono solo i ritardi dei rimborsi al centro dei malumori degli operatori privati, ma anche le tariffe stesse, ferme da anni alle quote di 0,19 centesimi (a chilometro) per i pazienti che decidono di muoversi con la propria auto e di 0.70 euro per le ambulanze.

In tal senso, sono cadute nel vuoto anche le ripetute richieste, per la convocazione di un tavolo tecnico in merito all’istanza di adeguamento economico e amministrativo di un servizio che, oggi, rischia seriamente di essere interrotto.

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