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MARCELLINARA (CZ) – Sospesa, perché in contrasto con le leggi vigenti, l’ordinanza con cui il Comune di Marcellinara aveva autorizzato l’abbattimento di cinghiali sul territorio comunale.

Lo ha deciso la prima sezione del Tar Calabria, accogliendo l’istanza di misure cautelari avanzata dalla Regione Calabria col ricorso presentato avverso il provvedimento adottato il 15 aprile scorso dal municipio catanzarese.

«Una scelta obbligata – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo – perché, pur nella consapevolezza del grave problema rappresentato dal proliferare, ormai da anni, degli ungulati, non può essere consentito un florilegio di atti e comportamenti che finirebbe col produrre il rischio di danni ancor maggiori, specie sotto il profilo della sicurezza pubblica. La soluzione del problema va invece ricercata nell’opera di contenimento e, soprattutto, in norme che a livello nazionale consentano l’estensione dei periodi di caccia e l’utilizzo di metodi ancor più incisivi, come le Regioni da tempo chiedono e nel solco dell’interlocuzione attualmente in essere col Governo».

Nello specifico, il Tar ha censurato l’ordinanza sindacale «discostandosi la stessa dalla disciplina di piano posta in essere dalla Regione», dal momento che essa «dispone in modo indiscriminato l’abbattimento e/o la cattura dei cinghiali presenti sul territorio comunale senza porsi limitazioni numeriche o di altro genere; prescinde dall’utilizzo di cacciatori formati per questo compito previa frequenza di corsi di formazione autorizzati dagli organi competenti a livello regionale e coordinati dagli agenti dei corpi di polizia regionale o provinciale, lasciando la possibilità a chiunque, dotato di fucile, ancorché munito di licenza e di assicurazione, di esercitare indiscriminatamente l’attività di abbattimento cinghiali nel territorio (rurale e urbano) del Comune di Marcellinara; fornisce, ai fini dell’abbattimento, criteri prudenziali non ispirati all’azzeramento del rischio rispetto ai luoghi abitati o alle strade più vicine accontentandosi invece d’un mero profilo di minor pericolo». La Camera di Consiglio per la trattazione del merito è stata fissata per il 17 maggio prossimo.

«Difenderemo l’ordinanza in sede di udienza – ha ribadito il sindaco Vittorio Scerbo – così avremo finalmente contezza se la sicurezza e l’incolumità pubblica vale più della supposta e inesistente tutela della fauna selvatica, in questo caso i cinghiali, da parte della Regione Calabria. Il ricorso proposto dalla Regione Calabria non menziona minimamente le ragioni di pubblica sicurezza e i relativi poteri in capo al Sindaco. Basa essenzialmente un ricorso su dati di contenimento dei cinghiali che, nei fatti, non possono sicuramente rappresentare motivo di tranquillità per cittadini ed agricoltori».

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