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Clienti davanti a un bar di Catanzaro aperto e poi chiuso

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CATANZARO – Le ultime dodici ore hanno rappresentato per la Calabria uno dei momenti più complessi nell’epoca della pandemia. Saracinesche aperte e chiuse nel giro di poche ore, in una sorta di valzer che ha coinvolto titolari di bar, ristoranti, pizzerie e pasticcerie. A scatenare il continuo cambio di rotta è stata l’ordinanza firmata nella tarda serata di ieri dalla presidente della Regione, Jole Santelli (LEGGI), con la quale è stata disposta l’apertura di alcuni esercizi commerciali, commercio ambulante, sport fuori dal proprio comune di residenza e persino movimenti autorizzati per la manutenzione delle barche.

In pochi minuti, la notte si è trasformata in una corsa alla comprensione dell’ordinanza, con i social utilizzati come piattaforma di confronto per scambiarsi pareri, condividere sensazioni e cercare di comprendere le regole da seguire, allegate all’ordinanza della stessa Regione. In prima linea anche i sindaci che hanno utilizzato i profili per esprimere opinioni e diffondere provvedimenti di sospensione dell’ordinanza regionale (LEGGI).

La confusione si è moltiplicata nella prima mattinata, quando diverse attività commerciali hanno aperto le porte dopo circa due mesi di chiusura. A Catanzaro, ma anche in altri comuni più piccoli, diversi bar hanno iniziato a servire caffè e colazioni ai tavolini esterni, fino al nuovo dietrofront arrivato dai palazzi comunali a metà mattinata. Così, le colazioni di gruppo davanti ai bar, con tanto di foto social, sono state smantellate in pochi minuti.

E’ stato proprio questo clima di incertezze a scatenare le maggiori critiche. Protagonisti sempre i social, diventati il luogo di confronto ideale durante tutta la notte e nelle prime ore del mattino.

«Dopo quasi due mesi di chiusura non possiamo scoprire di essere aperti in piena notte e senza alcun preavviso», ha sottolineato il titolare di un bar del Catanzarese. Anche gli esercenti più convinti della necessità di riaprire hanno espresso dubbi: «Aspettiamo le prossime ore per valutare l’opportunità di avviare la nostra attività», ha spiegato un altro responsabile di uno dei bar più noti del capoluogo calabrese. In molti hanno criticato la tempestività dell’ordinanza regionale, ma anche il “cambio di rotta” maturato in poche ore dalla presidente Santelli: «Siamo passati dal tutto chiuso, anche per i calabresi che ancora si trovano fuori regione, al torniamo alla normalità senza alcun preavviso, è evidente – scrivono molti titolari di attività commerciali sui profili social – che siamo davanti ad una bega politica che non favorisce nessuno».

Di tenore completamente diverso la reazione di Francesco Ruffolo, titolare di un noto bar di Cosenza. Dopo avere riaperto il locale, l’imprenditore ha definito l’ordinanza della Santelli come «una boccata d’ossigeno».

«Ho 13 dipendenti – ha detto – nessuno in cassa integrazione quindi l’unica possibilità è riaprire. Abbiamo sanificato l’ambiente e preso le misure di sicurezza indicate. In tanti sono entrati e, seppur con le precauzioni necessarie, erano felici di poter prendere un caffè e scambiare due chiacchiere col barista. Un ritorno anomalo alla normalità. Se il governo centrale – ha aggiunto Ruffolo – invaliderà l’ordinanza regionale, ovviamente, torneremo a chiudere, ma secondo noi il danno economico a breve, dopo mesi di chiusura, sarà incalcolabile».

Anche alcune attività commerciali di Crotone si sono organizzare con solo asporto, ma nessuna apertura. Ristoranti e bar non sembra vogliano approfittare dell’ordinanza emessa dal presidente Santelli.

«La situazione sanitaria è confusa e l’ordinanza della Santelli – dice Salvatore Scicchitano titolare della gelateria-yougurteria “Ice Cream” sul lungomare – è stata un fulmine a ciel sereno. Noi ci stiamo preparando per il 4 maggio quando potremmo avviare l’asporto. Per ora provo ad aprire in modo timido. Stiamo pulendo il gazebo solo perché è il nostro biglietto da visita, ma manterrò chiusi i tavoli».

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