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COSENZA – Ci siamo, o ci dovremmo essere quasi. A giorni i calabresi potrebbero conoscere almeno i nomi dei candidati alla presidenza. Grande fermento c’è nel centrosinistra dove pare definitivamente tramontata l’ipotesi di un accordo con i 5 Stelle, mal visto dalla base e dalla deputazione grillina.

Il Pd però non ha nessuna intenzione di convergere sul nome di Mario Oliverio, nonostante questi mantenga anche lui la barra dritta sulla sua candidatura.

Ieri l’attuale Governatore è stato ospite al forum sulle Pubbliche Amministrazioni a Napoli, ma l’occasione è servita per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

«Il Pd farebbe bene a scendere nei territori e non solo a proclamare l’esigenza di confrontarsi con i territori ma a praticare confronto e coinvolgimento. Una grande forza democratica o si riapre a dialogo o si allontana sempre più dalla realtà», ha detto.

Oliverio ha commentato anche la possibilità che il Movimento Cinque Stelle non presenti una propria lista alle regionali calabresi: «È difficile – ha detto – seguire il M5s in questa schizofrenica corsa a dire un giorno una cosa e quello successivo un’altra. C’è la consapevolezza che una cosa è il voto nazionale e la vulgata nazionale, altra cosa sono i territori, i Comuni, le Regioni, sono dimensioni con cui fare i conti. O c’è un radicamento, una capacità di proposta e rappresentanza reale dei bisogni o il fumo non trova grande spazio. Il fumo si vende sui mercati virtuali, è molto più facile nell’arena nazionale venderlo, almeno per una stagione. Sui mercati locali bisogna saper interpretare i problemi e dare risposte. Credo che questa consapevolezza cresca anche nel Movimento 5 Stelle e si assume anche come possibile via d’uscita non presentare liste. In Calabria di recente si è votato a Lamezia dove il M5s, che aveva preso oltre il 40% un anno fa alle Amministrative, ha preso il 3,5%. Mi pare significativo».

Ma il Pd ha già pensato ad un piano B rispetto all’alleanza con i 5 Stelle. Fonti romane dicono che nella serata di oggi dovrebbe tenersi un incontro decisivo fra il segretario nazionale, Nicola Zingaretti, e il giovane editore Florindo Rubbettino in quel di Roma.

L’editore in questi giorni sta subendo continue pressioni per un suo impegno ed ha ovvie riserve ad abbandonare l’azienda di famiglia che si è ricavata negli anni uno spazio notevole nel panorama culturale italiano. Ma il legame profondo con la sua terra, unito all’insistenza dei colonnelli del Pd che vedono nell’imprenditore la figura giusta per allargare il campo del centrosinistra, alla fine potrebbero indurlo a cedere.

Nel centrodestra la situazione è ferma al solito nodo Occhiuto. «La Lega pone il veto perché è condizionata dai Gentile» ha detto Vittorio Sgarbi l’altra sera su Rai 3, in collegamento con Carta Bianca. Ospite in studio, nel programma di Bianca Berlinguer, c’era anche l’ex magistrato e senatore Gianrico Carofiglio. È lui a parlare di Calabria e della “clamorosa” crescita della Lega in questa regione: un partito “a base nord” che diventa maggioranza in una regione meridionale. Crescita dovuta, dice Carofiglio, al traghettamento verso la Lega di pezzi della vecchia politica.

Sgarbi gli dà ragione: «Sono d’accordo e voglio denunciarlo come scandalo. Esiste una fetta di Forza Italia legata a famiglie come i Gentile che ha indicato alla Lega una rotta per impedire la candidatura in Calabria del miglior sindaco del sud Italia, Mario Occhiuto».

Al di là dei talk show e delle tifoserie sui social però non c’è nient’altro. Forza Italia non ha avanzato nomi alternativi a Mario Occhiuto e Berlusconi prende ancora tempo. «Per la Calabria dobbiamo incontrarci con Salvini e la signora Meloni, per definire anche qui il candidato, che però deve essere un candidato presentato da noi». Così il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi in una conferenza stampa alla Camera, rispondendo a una domanda sulle candidature del centrodestra alle prossime regionali in Calabria. Quando si terrà l’incontro, però, non lo ha detto.

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