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Il Comune di Lamezia Terme

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LAMEZIA TERME (CS) – Un caso più unico che raro. Si andrà alle elezioni in sole 4 sezioni (su 78 totali) ma senza campagna elettorale e il sindaco è come se fosse già stato eletto senza prima la pronuncia degli elettori (in tutto saranno 1267 gli aventi diritti al voto in queste 4 sezioni).

Accade a Lamezia dove il 3 e 4 ottobre prossimi si rifaranno le elezioni comunali in 4 seggi (dopo novembre 2019 quando l’avvocato Paolo Mascaro fu rieletto sindaco dopo la prima sua elezione di giugno 2015 e il successivo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose decretato a novembre 2017).

L’avvocato Paolo Mascaro subito dopo il (mini) turno elettorale sarà rieletto sindaco e, insieme a lui, saranno rieletti gli stessi consiglieri comunali eletti a novembre 2019. Tutto ciò per effetto della sentenza del Consiglio di Stato che alla fine dello scorso mese di maggio confermò la sentenza del Tar di dicembre 2020 che accolse in parte il ricorso dei candidati a sindaco Silvio Zizza e Massimo Cristiano, ricorso contro le comunali del 2019 per brogli elettorali per cui al Comune, a dicembre 2020, un anno dopo le elezioni comunali, tornarono i commissari in attesa, appunto, delle (mini) elezioni in 4 sezioni al termine delle quali Paolo Mascaro sarà rieletto sindaco visto che matematicamente in 4 sezioni il candidato sindaco “sfidante” Ruggero Pegna non riuscirà a superare Mascaro.

Tutto questo anche perchè nel decreto del prefetto di Catanzaro, Cucinotta, di fissazioni delle (mini) elezioni, non si fa riferimento al turno di ballottaggio che, nel caso fosse stato indetto, avrebbe fatto tornare alle urne l’intero corpo elettorale lametino e non solo 4 sezioni. La seconda sezione del Consiglio di Stato, il 29 maggio scorso, infatti, nel confermare la sentenza del Tar che dispose le (ri) elezioni in 4 sezioni, non aveva fatto riferimento al ballottaggio.

I giudici del Consiglio di Stato, infatti, dichiararono improcedibile l’appello incidentale (che fu avanzato da Mascaro e Pino Zaffina, presidente del consiglio comunale poi sciolto dal Tar) “per sopravvenuta carenza di interesse” poiché “a seguito del rigetto dell’appello principale, infatti, nessuna utilità può discendere all’appellante incidentale dall’accoglimento dei motivi afferenti alle sezioni in cui il giudice di primo grado ha disposto il rinnovo delle operazioni elettorali (sezioni 2, 44, 73 e 78).

Come rilevato dalla stessa difesa di Mascaro e Zaffina, infatti, poiché la differenza tra il candidato proclamato sindaco Mascaro e il secondo Ruggero Pegna è di ben 5260 voti e poiché il totale dei voti espressi nelle quattro sezioni in esame è di 1.267, anche a voler attribuire l’intera dotazione di voti al secondo candidato e zero a Mascaro (1.267- 405 che sono i voti che il candidato Pegna ha già ottenuto nelle quattro sezioni e che non possono essere conteggiati due volte), il divario rimarrebbe in ogni caso rilevante.

Anche considerando solo le 74 sezioni in cui le operazioni di voto sono risultate regolari, Mascaro rimane candidato sindaco eletto, sicché nessuna ulteriore utilità può derivare dall’eventuale convalida delle operazioni nelle rimanenti 4 sezioni, come richiesto nell’appello incidentale. Come si ricorderà, invece, le (ri)elezioni in 4 sezioni (a seguito della sentenza del Tar) erano state fissate per il 28 marzo scorso (primo mini turno elettorale) con ballottaggio 11 aprile (con richiamo alle urne degli oltre 60 mila elettori lametini). Ma il 3 marzo scorso il prefetto Cucinotta revocò le mini elezioni di marzo e il ballottaggio di aprile per il decreto “Milleproroghe”, poi il Governo decise che per la pandemia si andrà a votare tra il 15 settembre e il 15 ottobre prossimo, ora fissate per il 3 e 4 ottobre.

Ovviamente in queste 4 sezioni “incriminate” (di cui una sarà ricostituita in ospedale) si dovrà (ri) votare per gli stessi candidati sindaci di novembre 2019 (Paolo Mascaro, Ruggero Pegna, Silvio Zizza e Massimo Cristiano) e gli stessi candidati consiglieri comunali. Ma non cambierà nulla. Già sono noti i vincitori e gli sconfitti. Non c’è bisogno di campagna elettorale. I candidati (già eletti e non) possono tranquillamente starsene in vacanza.

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