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Il Policlinico universitario Materdomini di Catanzaro

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CATANZARO – Un’altra “guerra di campanile” è quello di cui certamente Catanzaro, e la Calabria, non hanno bisogno. Ma nel caso della paventata ipotesi dell’ennesimo tentativo da parte dell’Università della Calabria di attivare un corso di laurea in Medicina a discapito dell’Ateneo “Magna Graecia”, con sede nel Capoluogo di regione, un po’ di chiarezza non guasterebbe.

Soprattutto alla luce dell’allarme, e non è il primo nel giro di pochi giorni, lanciato dal già candidato sindaco di Catanzaro, oggi consigliere comunale ma anche professore ordinario presso l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, Valerio Donato che – in una lettera – parla di «gravissime condotte tenute dagli Organi Accademici dell’Unical, i quali sono fortemente dannosi di tutta la comunità calabrese ed ispirati ad un modello campanilistico; oltre che animati da un atteggiamento di “pre-potenza” inaudita».

Nella missiva il consigliere Donato si riferisce «alla determinazione degli Organi Accademici di Unical i quali sembrano indirizzati a promuovere ogni azione al fine di istituire corsi “fotocopia” di corsi già attivati in altri Atenei calabresi – e decisamente della Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro -; e/o comunque ad assumere iniziative tendenti ad “affievolire” le capacità scientifiche, didattiche e culturali, da quest’ultima maturate e riconosciute dalle Comunità scientifiche nazionali ed internazionali».

L’Unical avrebbe «disatteso completamente i “patti” stipulati con l’Università Magna Graecia di Catanzaro. A quanto è dato sapere, infatti, il Magnifico Rettore dell’Unical avrebbe intenzione – unitamente agli organi accademici competenti – di attivare un “nuovo” ed “autonomo” corso di Medicina e Tecnologie digitali, indipendente – questa volta – da qualunque rapporto con l’Università Magna Graecia di Catanzaro».

E secondo Donato «il disegno ordito dal Magnifico Rettore di Cosenza è espresso, infine, dalla determinazione di “non rispettare” gli impegni “morali” assunti nella formazione degli organi del Coruc (Comitato regionale di Coordinamento delle Università Calabresi).  Sebbene, infatti, vi fosse l’accordo di “nominare” il Magnifico Rettore di Catanzaro quale Presidente del Coruc – secondo una turnazione espressamente convenuta sin dall’avvio degli Organi attualmente incarica – il Magnifico rettore di Cosenza si rifiuta di rispettare gli impegni “d’onore” assunti, proprio al fine di evitare che il progetto dell’Unical (e di spoliazione dell’Università di Catanzaro) possa trovare ostacoli nel Corus.

Insomma, il panorama richiede il tempestivo intervento delle Autorità calabresi e/o comunque dei rappresentati istituzionali e politici i quali – è scritto ancora – non dovrebbero tollerare atti di pre-potenza, a danno della unità, del sistema e dell’intera comunità calabrese». Tanto che, sia Donato, che gli altri colleghi dell’opposizione e l’intera conferenza dei capigruppo capeggiata dal presidente del Consiglio Gianmichele Bosco hanno chiesto la convocazione di una seduta di Consiglio comunale aperta ad hoc sulle vicende relative all’Università Magna Graecia ed «il paventato rischio di spoliazione dell’offerta formativa a danno della città di Catanzaro».

A pensarla diversamente è il presidente della Regione, Roberto Occhiuto che a margine del suo intervento a Catanzaro, che pur non volendo paragonare la Calabria al Veneto spiega che in quella regione ci sono 8 facoltà di medicina.  Di fronte ai problemi del settore sanità in Calabria c’è un territorio che si offre spontaneamente a sopperire alla mancanza di medici con una nuova facoltà, ben venga, lascia intendere. «L’università di Catanzaro va potenziata e non indebolita – dice – ma se ci sono altre esperienze in regione, bisogna valutare l’opportunità di dar corso a queste altre iniziative». Che tradotto: un’altra facoltà di medicina, ma a Cosenza? Perché no?

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