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La baia di Caminia di Stalettì

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STALETTÌ – Una vicenda che si trascinava da anni. Da una parte i proprietari delle villette di Caminia, dall’altra il Comune di Stalettì, la Capitaneria di Porto, l’agenzia per il Demanio. Al centro della vicenda l’utilizzo e la fruizione di uno spazio pubblico. Fra i più belli della Calabria.

Ieri mattina il sequestro dei manufatti, da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro (LEGGI) con l’apposizione dei sigilli di sequestro. Una vicenda che ha scosso gli animi di tanti proprietari, ma anche dell’intera comunità sia per la massiccia presenza di militari nella frazione marina, ma soprattutto per l’imponenza dell’operazione. Molte le dichiarazioni a caldo, sia di semplici cittadini sia degli stessi proprietari che dopo tanti anni, attraverso una serie di sentenze, ricorsi giudiziari sia civili sia amministrativi cercavano una soluzione.

Caminia è una baia che per la sua posizione è probabilmente fra le più belle d’Italia, bagnata da un mare cristallino con sabbia dorata e bianca, che negli anni ha fatto nascere miti e leggende. Tanti gli interrogativi, anche perché bisogna tenere in considerazione il fatto che in questa frazione esiste una forte presenza urbanistica.

«Una vicenda lunga – dichiara in esclusiva al Quotidiano il sindaco di Stalettì Alfonso Mercurio – che nasce attraverso una serie di sentenze tra cui quella della Corte di Cassazione del 2015, ma soprattutto da un bando comunale dell’amministrazione del sindaco Mosca del 1964, che dava l’opportunità di costruire in quell’area».

Lo sguardo dell’amministrazione comunale è già proiettato al futuro. «Abbiamo proposto un progetto di rigenerazione urbana – prosegue il primo cittadino – un recupero funzionale e ambientale dell’intera area; abbiamo svolto diverse riunioni con un comitato di cittadini, per presentare l’idea».

Quindi potrebbe paventarsi la volontà di recuperare l’area a favore dei proprietari. «Certamente è questo il nostro intento – afferma Mercurio – noi non abbiamo nessuna intenzione di creare problematiche, ma un utilizzo armonico nell’interesse della collettività; la mia amministrazione è stata l’unica che si è posto il problema di un recupero e soprattutto di dare dignità a questa splendida baia». Si parla quindi di un progetto “pilota”.

«Abbiamo anche chiesto un incontro con l’ex assessore regionale all’Urbanistica Rossi, lo stesso ci aveva espresso i suoi complimenti definendo il nostro progetto modello». Esiste, dunque, un’apertura per una soluzione di riqualificazione.

«Noi siamo aperti a un recupero e valorizzazione dell’area, per cui i privati potranno dare il proprio contributo fattivo, per un percorso virtuoso e degno di questa baia».

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