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CATANZARO – Via libera al Liceo classico europeo a Catanzaro. Questa volta senza se e senza ma. Porta la data di ieri – 12 settembre 2018 – il decreto che ne istituisce l’istituzione a partire dal primo settembre del 2019, con tanto di ubicazione presso il convitto nazionale “P. Galluppi” e l’ordine al Dirigente o, in assenza, al responsabile del procedimento dell’Ufficio II per Calabria – Ambito Territoriale Provinciale di Catanzaro, di “provvedere ad effettuare le operazioni necessarie al fine di dare esecuzione al presente provvedimento”.

In calce, la firma del nuovo direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Rita Calvosa, che, nel confezionare il tanto agognato decreto, non ha lasciato nulla al caso, ripercorrendo tutte le tappe del lungo e complesso iter andato avanti negli ultimi due anni. Ritardi compresi.

Tutto ha avuto inizio nel 2016, con la proposta approvata dal consiglio d’istituto del Convitto Galluppi e trasmessa all’indirizzo del presidente dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro, Enzo Bruno, in quanto competente non solo sull’istituto scolastico cittadino, che attualmente ospita le classi primarie e secondarie di primo grado, ma anche sugli istituti superiori dislocati sul territorio. Entro il 30 dicembre l’Ente intermedio avrebbe dovuto ottenere, a sua volta, l’assenso della Regione Calabria, al fine di procedere con la proposta ufficiale al ministero della Pubblica istruzione, salvo il consiglio provinciale, in data 16 gennaio 2017, opporre un secco diniego nel momento di deliberare l’approvazione del Piano del dimensionamento scolastico.

Un diniego non definitivo, aveva sottolineato il presidente dell’Ente intermedio, Enzo Bruno, rassicurando che la pratica sarebbe stata discussa, nei tempi giusti, l’anno successivo, così manifestando la volontà di dare seguito ad una proposta destinata non solo ad ampliare l’offerta formativa già esistente, ma anche a offrire un’ulteriore opportunità di rilancio per il centro storico cittadino. Parola mantenuta. A novembre 2017, infatti, la Provincia aveva detto sì e la pratica, seguita personalmente dal dirigente provinciale competente, Rosetta Alberto, era passata di mano alla Regione Calabria che, tuttavia, solo il 29 gennaio 2018, ovvero con quasi un mese di ritardo rispetto ai tempi previsti, aveva dato il via libera all’istituzione del Liceo classico europeo, lasciando così all’Ufficio scolastico regionale appena due giorni per completare l’iter.

Ma ecco il colpo di scena. Quando tutto sembrava essere andato per il verso giusto, a freddare gli entusiasmi ci aveva pensato il Ministero della Pubblica istruzione, che, nel rispondere a un quesito anomalamente sollevato da una dirigente dell’Usr, aveva parlato di istituzione “inopportuna”, facendo leva su un Dpr che la stessa dirigente aveva segnalato nel chiedere un parere alla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca circa l’istituzione del Liceo europeo, quasi mettendola lei stessa in discussione nel momento di specificare che “l’istituzione del liceo europeo è avvenuta in via sperimentale e con apposito Dm che ha stabilito il funzionamento solo ed in determinati convitti ed educandati, per cui tale istituzione non dovrebbe essere più consentita negli altri Convitti”.

Uno stop forzato che aveva fatto saltare dalla poltrona il presidente Bruno, che, a marzo 2018, determinato a mantenere fede all’impegno preso, non aveva esitato a presentare un dettagliato ricorso al Tar, accolto dai giudici a maggio scorso, con una sentenza che la dirigente Alberto aveva subito sventolato sotto il naso degli addetti ai lavori dell’Ufficio scolastico regionale, chiamati a recuperare il tempo perduto.

A provvedere, tuttavia, è stata solo la nuova Dg, che, proprio ieri, ha emesso il decreto che segnerà una svolta decisiva nell’offerta formativa, con l’istituzione del Liceo classico europeo a partire dal prossimo anno scolastico, essendo ovviamente ormai scaduto il termine per le iscrizioni degli alunni e per la mobilità del personale docente, educativo e Ata.

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