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L'Università della Calabria

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COSENZA – La decisione di impugnare anche al Tar (LEGGI) la delibera con cui la giunta regionale per l’attivazione del corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia tecnologie digitali (LEGGI), apre nuovamente lo scontro tra le università di Rende e quella di Catanzaro, ma che rischia di ampliarsi anche ad altri settori.

A prendere posizione anche l’associazione “Cosenza nel cuore”, secondo la quale si sta alimentando una «guerra tra poveri e senza cultura che può mascherare affarismi e blocca lo sviluppo». A sostegno di un’apertura per il nuovo corso di laurea, l’associazione sottolinea il «momento storico particolare», nel quale si «decide il futuro dei territori».

Il movimento dichiara le le scelte responsabili sono quelle di «individuare possibilità di sviluppo tecnologico ed informatico, che mirino ad annullare gap atavici della nostra regione nel campo della sanità, oppure tarpare le ali ai territori della nostra Calabria (che da sempre si sono dimostrati culturalmente trainanti) in virtù di campanilismi biechi e di asserite predominanze istituzionali? Vale la pena ricordare che quando fu scelta la città di Catanzaro come capoluogo di regione (polo amministrativo), a Cosenza venne demandato il compito della formazione delle future generazioni (Università) ed a Reggio Calabria la capacità produttiva (polo industriale, esperienza poi fallita). E’ vero che a distanza di 50 anni non ha senso vincolare lo sviluppo dei territori in senso stretto – ha proseguito “Cosenza nel cuore” -per questo motivo sono sorte, ed a ragione, le università a Catanzaro e Reggio Calabria».

Dunque, secondo l’associazione di Cosenza, con il ricorso al Tar si «blocca lo sviluppo dei territori», considerato che «l’istituzione del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia T.D. -Tecnologie digitali-, ma anche, perché no, l’istituzione della Facoltà di Medicina a Cosenza, non andrebbe certo a privare la città di Catanzaro di alcunché, atteso che la facoltà di Medicina dell’UMG risulta ogni anno al completo dei posti disponibili e diversi studenti calabresi sono obbligati a frequentare atenei fuori regione».

A questo si aggiunge che «l’Unical non solo costituisce il polo di riferimento della regione e della provincia più popolosa (circa 710.000 abitanti), ma anche l’Ateneo dell’area urbana più grande della Calabria, diventata ormai una Città Unica di almeno 200.000 abitanti che solo amministrativamente rimane colpevolmente frazionata».

La proposta di “Cosenza nel cuore” è quella di «valutare la possibilità della proposta di una legge di iniziativa popolare (prevista dalla normativa attuale) per far decidere ai cittadini calabresi (alla maggioranza della popolazione) di prospettare un eventuale riordinamento amministrativo della regione, a partire dalla ridefinizione dei ruoli istituzionali delle stesse città calabresi».

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