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Ylenia Meliti

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TRA due mesi saranno dieci anni. Era una tirocinante precaria, adesso lavora nel distretto finanziario di Londra, la cosiddetta “City”, per un’azienda da poco premiata e con sedi in tutto il mondo. La seconda vita di Ylenia Meliti è iniziata in Inghilterra nel febbraio del 2012. In dieci anni, dopo un impatto difficile e i primi impieghi, ha lasciato una multinazionale per guidare il marketing di una start up finanziaria, come responsabile nell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa).

Quando e perché ha deciso di lasciare la Calabria?

«Ho lasciato l’Italia nel febbraio 2012, un momento di rivoluzione personale e professionale mi ha spinto a fare questo salto nel buio. Ho vinto un progetto istituito dalla Regione Calabria che mi ha permesso di intraprendere sei mesi di tirocinio in un’azienda di moda nel settore marketing/comunicazione. Per me laureata e specializzata con tanto di master post laurea e diverse esperienze lavorative (mai sicure e tanto precarie) è stato un ricominciare da zero, rimettermi in gioco. Ancora una volta, ero una tirocinante in cerca di visibilità».

Come è stato il primo impatto con un’altra realtà, non proprio facile come può essere una metropoli?

«L’impatto con Londra e il mondo anglosassone è stato tanto travolgente quanto difficile, nei primi mesi. Sono rimasta affascinata dalla ricchezza e molteplicità di culture, stimoli ed esperienze che Londra ti offre, mi sembrava di poter vivere mille vite in un solo giorno. 24 ore non erano abbastanza per assaporare e provare tutto! Allo stesso modo mi sono scontrata con un modo di fare e di vivere completamente differente. Ritmi frenetici, un accento incomprensibile, le difficoltà a parlare un inglese che fino ad allora ritenevo decente (in realtà mi resi conto presto che il mio inglese era scarsissimo…), la nostalgia di casa, degli affetti, del profumo del mare e la mancanza del sole. Dopo pochi mesi, ho iniziato a percepirla come casa, le prime soddisfazioni lavorative (dopo qualche lacrima), gli amici, nuovi ambienti e stimoli hanno fatto il resto».

È stato difficile trovare un lavoro senza una “rete di protezione” attorno, con una laurea poco spendibile e per di più un inglese non dei migliori?

Ylenia Meliti

«Dopo un anno passato nella prima azienda di moda, ho trovato lavoro nel mondo finanziario, nella famosa City di Londra. Io che mai avrei immaginato che una laurea in Scienze della Comunicazione mi portasse a lavorare tra banche, investitori e prodotti finanziari, ho reinventato la mia carriera in un mondo completamente nuovo: la finanza e il banking. Dopo 6 anni in una multinazionale, ho iniziato a lavorare per Thought Machine nel novembre 2019 – la mia attuale azienda –, all’epoca era una start up emergente con un prodotto innovativo che necessitava di un solido apparato commerciale e marketing per il lancio sul mercato. Al momento io sono Head of Marketing EMEA (Europe, Middle East, Africa)».

Di cosa si occupa la sua azienda?

«L’obiettivo di Thought Machine è di fornire alle banche gli strumenti necessari per creare proposte e servizi competitivi che mettano il cliente al primo posto. Abbiamo sviluppato una tecnologia cloud core banking che permette alle banche di automatizzare i loro processi, salvare costi e creare servizi di digital banking sempre più efficaci. Abbiamo più di 500 dipendenti nelle nostre sedi di Londra, Singapore, Sydney, Melbourne e New York. Ad oggi, dopo 2 anni, abbiamo clienti in tutto il mondo dall’America all’Asia e abbiamo grosse prospettive di crescita nel mercato europeo, Italia compresa. Io gestisco il marketing a livello europeo, sto ampliando il mio team proprio ora e non potrei essere più soddisfatta».

Di recente l’azienda per la quale lavora ha ricevuto un importante premio, di cosa si tratta?

«Sì, proprio questo mese abbiamo vinto un premio istituito da AltFi (piattaforma news di finanza e banking a livello mondiale) come Migliore B2B Fintech dell’anno. È stato un momento davvero emozionante, mi sono sentita parte di qualcosa di innovativo, io che sono stata la seconda persona assunta nel dipartimento Marketing di un’azienda in crescita».

Se dovesse fare un consuntivo della sua esperienza all’estero finora, come sarebbe? E cosa ama di Londra e della sua mentalità lavorativa?

«Non importa chi sei, da dove vieni, quale sia la tua età, a tutti verrà data un’opportunità di provare quello che sai fare, di imparare, acquisire competenze e trovare la tua dimensione. A chi vuole dirmi il contrario, racconto sempre la mia storia. Non conoscevo nessuno, non ho mai lavorato nell’ambito finanziario in Italia, la mia è una di quelle lauree ritenute lontane dal mondo dell’economia, eppure mi è stata data una chance e ho saputo sfruttarla. Non dico sia facile (e la Brexit di certo ora non aiuta) ma ritengo che a Londra il duro lavoro e la perseveranza paghino sempre, qualunque sia il tuo settore o aspirazione di vita».

Ha intenzione di ritornare in Calabria prima o poi?

«Se tornassi in Italia? È una domanda che mi pongo spesso e non ho mai una risposta definitiva – ci sono cose dell’Italia che mi mancheranno sempre e faranno sempre parte di me – ne sono orgogliosa e sento la responsabilità di rappresentare e raccontare la bellezza del mio paese davanti ai miei colleghi inglesi e non. Ho preso la cittadinanza inglese proprio quest’anno, un bel traguardo ma io mi vedo sempre innanzitutto italiana! Non nascondo che ci sono cose che mi mancano ben poco e che ammiro profondamente qui – la multiculturalità, il senso di inclusività, la meritocrazia negli ambienti di lavoro. Eppure voglio essere ottimista guardando al futuro e alle nuove generazioni (si io che sono millennial!). Siamo il paese più bello del mondo e abbiamo il potenziale per essere avanti a qualsiasi altro paese. Per talento, per bellezza, per storia e ricchezza culturale. Il mio augurio è che tutti possano fare esperienze di vita all’estero – confrontarsi con nuovi mondi ti aiuta a scoprire che tutto ha un valore più alto quando si accetta il pluralismo delle idee e dei modi di vivere – per poi magari tornare nel proprio paese e contribuire alla sua crescita e ricchezza».

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