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Nicola Gratteri e don Luigi Ginami

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CATANZARO – Nicola Gratteri in una veste inedita, anche se non del tutto nuova: è il procuratore capo di Catanzaro ad avere firmato la prefazione del libro “Messico Arminda” in cui monsignore Luigi Ginami racconta le violenze inaudite e lo strapotere immenso dei Narcos in America Latina (Edizioni Messaggero di Padova, euro 9). Il volume raccoglie l’assalto dei Narcos in America Latina, attraverso uno dei tanti tasselli dell’impegno umanitario che da anni viene portata avanti dalla Fondazione Santina di Bergamo e di cui mons. Luigi Ginami è animatore e fondatore.

La mattanza dei giornalisti

Quella del Messico è una realtà complessa, assolutamente fuori controllo. In sole sei settimane sono stati uccisi cinque giornalisti, al punto che l’inizio del 2022 è stato definito da Jan-Albert Hootsen, rappresentante del Comitato per la protezione dei giornalisti in Messico, come «il più letale per la stampa messicana in oltre un decennio».

Lo strapotere criminale non tollera il lavoro di quei reporter che si occupano di traffico di droga, traffico di armi, corruzione. L’ultimo giornalista ucciso, giovedì scorso, è stato freddato a colpi di arma da fuoco nello stato meridionale di Oaxaca. Si chiamava Heber Lopez e dirigeva il sito di notizie online Noticias Web. I killer lo hanno raggiunto nel suo ufficio, senza alcuna preoccupazione.

La prefazione tradotta in più lingue

La prefazione di Nicola Gratteri pone in risalto l’opera solidale di don Luigi Ginami, ma anche la drammatica realtà delle «dinamiche di un’ordinaria violenza quotidiana, a volte priva di senso, che segnano la vita di intere popolazioni», come afferma il procuratore capo.

La sua prefazione è stata tradotta anche in inglese e in spagnolo, introducendo il lettore nel reportage dal campo di don Luigi Ginami, definito da Gratteri «uno scrigno che contiene cose preziose. Le attività benefiche e meritorie della “Fondazione Santina” lo conducono di frequente in zone remote del mondo dove incontra, ascolta e aiuta uomini e donne, spesso bambini, in condizione di estremo bisogno».

La firma del procuratore Gratteri sulla prefazione evidenzia come i libri di don Ginami raccontino «con partecipazione, ma anche con estremo realismo, situazioni di povertà, di solitudine, a volte di violenza, che consentono al lettore di fare esperienza diretta delle profonde disparità del mondo».

La dignità di Arminda

I protagonisti delle pagine del libro hanno i volti dei messicani con cui don Ginami compie il suo percorso: «La protagonista di una delle storie narrate, Arminda – sottolinea Gratteri – ha visto morire in modo violento, apparentemente senza motivo, molti componenti della sua famiglia. Lei, però, non è morta dentro, non chiede vendetta, e accoglie in casa don Luigi “con uno sguardo dolce”, nonostante sia “devastata dalla violenza e dal dolore”. Ciò che colpisce in queste pagine è l’atteggiamento compassionevole della famiglia che, pur in condizioni di bisogno e pur necessitando dell’aiuto della Fondazione, prima di accettare chiede se qualcun altro ne avesse più bisogno di loro, perché nel caso rinuncerebbero. Credo – evidenzia il procuratore di Catanzaro – sia una grande lezione di dignità».

Il battesimo di Santina

La seconda storia evidenziata nella prefazione racconta la celebrazione del battesimo di Santina, «una bellissima bimba nata nel carcere di Las Cruces ad Acapulco, dal papà Luís e dalla mamma Damaris, una coppia condannata a una pena detentiva di oltre cinquant’anni».

Gratteri ripercorre la vicenda: «Sono entrambi accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato punito con molta severità in Messico. Don Luigi non è un giudice, ma nel colloquio con la coppia dimostra di sapere quanto grave sia il problema dei trafficanti di clandestini, e come questa attività ogni anno arricchisca la criminalità del luogo. Al tempo stesso descrive la vita di questa coppia e di questa bimba – l’unica che non ha colpa –, all’interno di uno dei penitenziari più violenti del mondo. Così don Luigi – ripercorre il procuratore calabrese – ha un’idea illuminante e decide di portare, almeno per una mattinata, la piccola Santina al mare. Nel nostro mondo una gita al mare è un’azione ordinaria, in quel contesto è una vera odissea di permessi, di difficoltà, di possibili pericoli, ma è anche un atto di giustizia verso la piccola, un atto simbolico di rispetto per l’umanità, quindi per don Luigi e i suoi collaboratori un compito indifferibile. Di quella gita, del sorriso di quella bimba, dobbiamo essergli tutti grati».

La condivisione di un percorso

Ciò che emerge dalla prefazione è una condivisione di Gratteri verso l’operato della Fondazione: «Apprezzo molto l’opera di don Gigi Ginami – scrive – la sua vocazione all’aiuto dell’altro, la sua schiena dritta, la sua etica del “prima fare, poi parlare”. Credo che la sua attività missionaria, il soccorso che riesce a portare in posti del mondo vicini e lontani, sia un dono per chi riceve un aiuto importantissimo, ma credo sia un dono anche per chi dà; per chi, attraverso gli occhi di don Gigi, riesce a vedere un mondo molto diverso da quello in cui vive abitualmente. In tutti i libri di questa collana sono descritte situazioni sociali e umane difficili, a volte limite, ma al contempo, in ogni pagina c’è sempre una lezione di umanità. In questo senso, lo dicevo all’inizio, ogni libro è uno scrigno in cui si trovano sempre cose preziose».

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