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Matteo Nesticò fantasista del Sersale

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La pazienza, a volte difficile, di dare tempo al tempo e il rispetto di non pestare mai i piedi, perché se nel calcio si vuole crescere questa è la prima regola da seguire. Matteo Nesticò ha avuto pazienza, rispetto ma, soprattutto, una grande dedizione fin da ragazzino nel portare avanti una grande ambizione che, anno dopo anno, è stata alimentata fino a fiorire sempre di più.

Nel torneo di Eccellenza versione mini, il jolly del Sersale è stato protagonista assoluto, fra belle giocate, assist e gol da urlo. Nella classifica di rendimento del Quotidiano è arrivato al terzo posto, ad un soffio dal duo di testa formato da Russo della Vigor e Sapone della Palmese.

GLI ESORDI E L’ESPERIENZA IN SICILIA

Classe 1998, Matteo inizia a tracciare il suo personale percorso calcistico intorno ai 4/5 anni, quando viene prima accolto dalle giovanili del Catanzaro Lido e poi, dal primo anno Giovanissimi al secondo anno Berretti, dal Catanzaro.

A quel punto il talento di Nesticò imponeva di lasciare il nido in modo da potersi formare e fare esperienza in altre realtà, come quella di Scordia (Eccellenza siciliana), dove rimane da agosto a dicembre 2017, prima di accasarsi poi ad Acri.

NASCE IL LEGAME CON I “LUPI”

È la stagione sportiva 2018/19, quella cioè in cui si uniscono le strade tra l’allora ventenne fantasista e i lupi giallorossi. Una maturazione continua, all’ombra del “Ferrarizzi”, iniziata con mister Andrea Parentela, continuata grazie a Claudio Morelli e finalizzata con l’attuale tecnico Giuseppe Saladino.

È, inoltre, una maturazione che tocca ogni singolo dettaglio, quella del fantasista ventitreenne, e capace di specializzare anche qualità già palesate come la velocità, il buon dribbling e l’educato piede di cui dispone.

Caratteristiche, queste, che si sono tutte mescolate in un mix che ha dato vita a quel gol che, oltre ad aver spezzato le ali del Locri in semifinale play off, si è rivelato come il più bello di tutta la micro/stagione (spareggi inclusi): respinta di Tassoni a cercare un capovolgimento di fronte, controllo di Leta e verticalizzazione verso lo stesso Nesticò il quale, da circa trenta metri, annienta la difesa reggina grazie ad una coordinazione di pregevole fattura.

LA GRANDE OCCASIONE

«La stagione regolamentare non l’avevamo iniziata proprio bene anche perché dovevamo ancora ingranare, poi la notizia di un nuovo stop ci ha demoralizzato. Il mini/torneo per noi è stata un’occasione grande poiché fremevamo nel tornare in campo e giocare»: queste le dichiarazioni del jolly del Sersale.

Ed ancora: «Sorpresa? Tutti ci hanno definito così perché non ci hanno vissuto dall’interno e quindi non potevano capire, ma noi non ci siamo mai sentiti una sorpresa. Avevamo la consapevolezza di poter fare bene e, allo stesso tempo, la società non ha mai preteso di arrivare fino in fondo, ciò non toglie il fatto che noi eravamo coscienti di potercela fare».

Tre gol, di cui due abbastanza pesanti e che hanno permesso all’organico di Saladino di poter andare avanti e concretizzare un sogno spezzato, all’ultima tappa, nella finale giocata in casa contro il Sambiase. Nesticò ci ha messo del suo ma forse, come il Sersale, neanche lui è stato mai una sorpresa se non una costante sempre attiva.

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