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Sul caso del giocatore rossoblù, trovato cadavere il 18 novembre 1989 sulla Ss106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, e su cui indaga la Procura della Repubblica di Castrovillari, che dopo 20 anni ha riaperto l’inchiesta per omicidio, interviene la famiglia di Mimmolino Corrente, il factotum della compagine silana, all’epoca dei fatti: «Siamo pronti a denunciare l’ex direttore sportivo del Cosenza calcio, Roberto Ranzani.

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Domenico Corrente non ha mai avuto a che fare con le scarpe di Donato Bergamini». Corrente è deceduto, insieme a un altro magazziniere del Cosenza, Alfredo Rende, a seguito di un incidente stradale, avvenuto sempre sulla Ss106, sette mesi dopo il decesso di Bergamini, mentre i due erano di ritorno dalla trasferta di Trieste. Secondo quanto emerso nel corso di questi venti anni da dichiarazioni e dalle indagini difensive che la famiglia Bergamini ha fatto eseguire all’avvocato Stefano Gallerani, le scarpe che il giocatore indossava al momento della morte, un paio di mocassini Tod’s, sono state consegnate al padre di Denis dal direttore sportivo Roberto Ranzani. In merito alla consegna dei mocassini, il padre di Bergamini, ha raccontato che l’ex direttore sportivo del Cosenza, gli avrebbe riferito che era proprio Corrente a mandargli le scarpe e a raccomadargli di non dire nulla.

Una circostanza che la famiglia di Corrente, nega categoricamente: «Mio padre – dice Pietro Corrente, figlio di Mimmolino – non c’entra niente con le scarpe di Bergamini. Che sarebbe stato lui a mandarle al padre di Donato, lo dice solo Ranzani. E noi siamo pronti ad adire alle vie legali. Ho parlato anche con la sorella di Bergamini, Donata, alla quale ho chiesto, ma solo per avere una conferma, se mai una persona della loro famiglia abbia mai parlato con mio padre. La risposta è stata negativa. Quindi resta solo quanto avrebbe riferito Ranzani al padre di Denis». Proprio le scarpe, insieme ad altri oggetti che il centrocampista cosentino indossava nel giorno del presunto suicidio, smonterebbero la ricostruzione dei fatti, venuta fuori dalle dichiarazioni del camionista che l’avrebbe investito, Raffaele Pisano di Rosarno, e dell’ex fidanzata, Isabella Internò di Rende. Le Tod’s scamosciate, infatti, sono pulite e senza un graffio. Mentre Bargamini sarebbe sceso dall’auto, sotto la pioggia, in una piazzola sterrata, per percorrere diversi metri e venire poi trascinato per altri 59, sotto un tir. Per quanto riguarda la vicenda della morte di Corrente e Rende, in un incidente stradale avvenuto poco distante dal punto in cui è stato rinvenuto il cadavere del centrocampista del Cosenza, secondo Pietro «si tratta solo di una coincidenza». Nessun legame ci sarebbe, secondo il figlio del factotum rossoblù, tra le due vicende.

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