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Tonino Acri

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SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Il 9 dicembre del 2009 Tonino Acri venne a mancare. Dodici anni fa come oggi. Si spense dopo una lunga lotta contro un male terribile, condotta con estremo coraggio e in compagnia della fede, della riflessione quotidiana sulla vita e sulla società, della passione politica, degli amici e intanto della famiglia.

Acri era un innamorato a oltranza della nostra terra, un uomo sempre fiducioso e forte, che scelse di abitare nel quartiere più popolare di San Giovanni in Fiore, cioè l’Olivaro, e di curarsi a Catanzaro, al policlinico universitario.

Idealista e pragmatico, autonomista e carismatico, non era un accentratore e delegava i suoi assessori perché, malgrado i numeri da fuoriclasse, preferiva giocare con l’intera squadra, da ex professore di educazione fisica, ex tecnico del pallone, ex calciatore. Il consigliere regionale, già due volte presidente della Provincia e prima ancora sindaco di San Giovanni in Fiore, era stimato e apprezzato da tutti, anche dagli avversari: per la visione, l’acutezza di pensiero, la lungimiranza, la cultura, il garbo e la correttezza con cui lavorava a servizio del popolo.

«Tonino Acri – è il ricordo del sindaco Rosaria Succurro – credeva nel confronto, nel merito, nella politica come luogo di risoluzione dei conflitti. Volava alto e aveva stoffa, spessore, sensibilità, tatto, intelligenza e oratoria da statista. In particolare, era nemico acerrimo delle logiche clientelari, delle miserie umane, delle chiacchiere e dell’irresponsabilità che spesso imperano dentro i palazzi, nelle stanze e nei corridoi del potere, nelle sezioni di partito e nei salotti o ristoranti degli accordi insani. Per questo diede fastidio ad un pezzo del suo partito, evoluzione del Pci, che non ci pensò due volte a ferirlo, tradendolo senza scrupoli. Oggi, rendo omaggio alla sua figura di politico di razza. Gli dedicheremo uno spazio urbano più consono alla sua memoria, posto che l’attuale piazza che ne porta il nome non gli rende l’onore che merita». (a. ma.)

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