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Un 19 marzo carico di dolore per il senatore Mario Occhiuto, che affida ai social il suo straziante ricordo del figlio Francesco. «Sono padre di tre figli meravigliosi. Due posso stringerli tra le braccia, uno lo abbraccio ogni giorno con il pensiero e con l’anima. Tre, sempre».
COSENZA – Un 19 marzo carico di dolore per il senatore Mario Occhiuto, che affida ai social il suo straziante ricordo del figlio Francesco. In un lungo e commovente post pubblicato sulla propria pagina Facebook, l’ex sindaco di Cosenza ha espresso tutto il suo dolore per la perdita del giovane, scomparso tragicamente dopo essere precipitato dall’ottavo piano della sua abitazione. Un evento che ha scosso non solo la famiglia, ma anche l’intera comunità cosentina.
«Domani, non festeggerò», scrive Occhiuto. Per lui, questa giornata si trasforma in un momento di struggente malinconia. Parole che toccano il cuore, riflesso di un dolore inconsolabile che si rinnova ogni giorno, ma che in questa data assume un significato ancora più profondo.
Mario Occhiuto, un 19 marzo di dolore
Nel suo post, Mario Occhiuto ha voluto condividere un pensiero toccante sulla paternità e sul vuoto lasciato dalla perdita di un figlio. Un dolore che traspare in ogni riga del suo post, in cui il senatore racconta il peso dell’assenza, il ricordo di un amore che va oltre la vita e la necessità di trovare un senso in una perdita incolmabile. «Domani sarà la festa dei papà. Una giornata speciale per tanti, un po’ più difficile per altri. Per me, è entrambe le cose. Sono padre di tre figli meravigliosi. Due posso stringerli tra le braccia, uno lo abbraccio ogni giorno con il pensiero e con l’anima. Tre, sempre. Perché l’amore non ha confini. Va oltre il tempo, oltre ciò che gli occhi possono vedere».
Mario Occhiuto trova la forza di essere padre anche nel ricordo
Nel suo post, Mario Occhiuto racconta la bellezza e la difficoltà dell’essere padre, il desiderio di proteggere i figli e la sofferenza quando la vita prende strade che non avremmo mai voluto.
«Essere padre è la cosa più bella che esista. Ma può essere anche la più difficile. A volte è gioia, altre è paura, fatica, dolore. È voler proteggere, esserci sempre, anche quando la vita prende strade che non avresti mai voluto. E poi c’è il dolore, quello che ti cambia per sempre. Che scava dentro e lascia un vuoto che niente può colmare. Ma che ti fa capire quanto sia profondo questo legame. Un legame che non si spezza, perché non è fatto solo di sangue, ma di amore. E l’amore resta. Sempre. Ci sono giorni in cui i ricordi fanno sorridere, altri in cui fanno male. Ma i più preziosi sono quelli in cui mio figlio si mostrava fragile, quando -senza bisogno di parole– mi lasciava entrare nel suo mondo. Attimi rari, che porto dentro di me come un dono».
Queste parole rivelano quanto sia complesso il ruolo di un genitore, fatto di momenti di felicità ma anche di preoccupazioni.
Una tragedia che ha scosso l’intera comunità
La morte di Francesco Occhiuto non è stata solo una tragedia familiare, ma un evento che ha colpito profondamente la comunità cosentina. Numerosi sono stati i messaggi di affetto e vicinanza ricevuti dalla famiglia. Francesco era un ragazzo riservato, ma la sua scomparsa ha generato una forte ondata di commozione.
Festa del papà: il pellegrinaggio nei luoghi di San Francesco
Per affrontare questa giornata, Mario Occhiuto ha scelto di ritirarsi in preghiera nei luoghi di San Francesco di Paola e San Francesco d’Assisi. Questa decisione non è casuale: Francesco portava il nome del santo calabrese e la spiritualità è sempre stata una componente importante della vita della famiglia. Il viaggio verso Assisi rappresenta un tentativo di trovare conforto, di cercare una connessione con il figlio in una dimensione più profonda.
«Ho scelto di andare nei luoghi di San Francesco di Paola e di San Francesco d’Assisi. Prima a Paola, per onorare il nome che porta mio figlio. Poi ad Assisi, per raccogliermi in preghiera e sentirmi più vicino a lui. E per trovare la forza di essere, sempre, il padre che i miei figli meritano».
Un messaggio che tocca il cuore di tutti
Le parole di Mario Occhiuto non sono solo il racconto di un dolore personale, ma rappresentano un sentimento universale: quello di tutti i genitori che hanno perso un figlio, di tutti coloro che in una giornata di festa sentono l’assenza di una persona amata. Non è una lettera di disperazione, ma una testimonianza d’amore eterno, un inno alla paternità che va oltre la vita e oltre il tempo.
Nel suo messaggio, il senatore riesce a esprimere con delicatezza il peso dell’assenza, ma anche la volontà di non lasciarsi sopraffare dal dolore. «Domani non festeggerò. Non ci riuscirò. Voglio solo dire grazie. Grazie ai miei figli, perché sicuramente mi hanno reso un uomo migliore. Perché mi danno la forza di andare avanti, ogni giorno».
L’augurio rivolto a tutti i papà
«Oggi qualcuno mi ha scritto che pregherà perché il mio angelo mi sorregga. Voglio crederlo. Voglio pensare che sia così. Che continui a camminare accanto a me, in un altro modo. E auguri a tutti i papà. A quelli che possono stringere i loro figli tra le braccia. E a quelli che li tengono stretti nel cuore». Con queste parole, Mario Occhiuto conclude il suo messaggio, rivolgendosi a tutti quei padri che, come lui, vivono la Festa del Papà con un nodo alla gola, con l’assenza che pesa più di qualsiasi parola, a chi non può più sentire la voce di un figlio chiamarlo “papà”, ma che lo tiene stretto dentro di sé, in ogni battito del cuore, in ogni ricordo impresso nell’anima.
Questa riflessione, pur permeata di tristezza, lascia trasparire una luce di speranza: l’amore non si spegne con la morte, ma si trasforma, trovando nuove forme per continuare a esistere. Nella preghiera, nei gesti quotidiani, nel ricordo incancellabile di chi ha lasciato questo mondo troppo presto, Mario Occhiuto cerca e trova un modo per sentirsi ancora padre di Francesco, per custodirlo nella memoria e nei passi che lo attendono.
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