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Il furgone utilizzato per l’attentato a Marchese

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CORIGLIANO ROSSANO – Alle indagini sull’agguato andato a vuoto nei giorni scorsi si aggiunge un ulteriore tassello. Come spesso accade, è stato ritrovato il mezzo utilizzato dal commando per l’eliminazione di Cosimo Marchese, noto ai più con l’appellativo di “Diavolo”. Il mezzo è stato rinvenuto completamente carbonizzato.

Saranno stati utilizzati litri e litri di liquido infiammabile per cancellare ogni possibile prova sull’attentato. Il furgone è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. È probabile che si tratti di un mezzo rubato precedentemente e utilizzato per l’eliminazione di una persona, evidentemente, ritenuta scomoda alla criminalità organizzata.

Perché il tentato omicidio del “Diavolo” non può certamente essere inquadrato come un fatto occasionale, ma farà certamente parte di un disegno ben più ampio. E su tale “disegno” stanno operando gli investigatori. A questi ultimi tocca l’onere di rimettere insieme i tasselli di un grande puzzle.

La carcassa del mezzo è stata rinvenuta dagli agenti della polizia del commissariato lungo un corso d’acqua: il torrente Cino. Probabilmente i malviventi, dopo l’agguato andato a vuoto, per ignoti motivi – la vittima è stata ferita da colpi provenienti da un fucile – hanno dato il via al piano “B” o, comunque alla seconda parte del piano principale: eliminare tutte le prove possibili dell’agguato.

Poche centinaia di metri e il mezzo è stato dato alle fiamme. Completamente distrutto. Si presume, ma sono voci di popolo, visto che sulle indagini vige il più stretto riserbo, che l’uccisione di Marchese dovesse essere una possibile conseguenza della morte avvenuta il mese precedente, il 3 maggio, di Pasquale Aquino. Evento in qualche modo, forse, collegato.

Il commando, circa un mese dopo l’agguato di Schiavonea, si è presentato in contrada Pirro-Malena, al centro fra Corigliano e Rossano e lì ha atteso l’arrivo del 39enne “Il diavolo”. La scarica di colpi sarebbe partita dal portellone posteriore del furgone, aperto per l’occasione, per far fuoco contro la Panda di Marchese.

Le indagini della polizia, coordinate dalla Procura di Castrovillari, diretta da Alessandro D’Alessio, vengono svolte dagli uomini del commissariato cittadino diretto dal vicequestore aggiunto Cataldo Pignataro.

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