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Passo indietro del pentito cosentino Danilo Turboli che nell’ultima udienza legata al processo Testa di Serpente: «Mi sono inventato tutto»

COSENZA – «Non voglio più collaborare, mi sono inventato tutto». Così Danilo Turboli, da oggi ex collaboratore di giustizia, ha annunciato la propria decisione. Turboli ha formalizzato la decisione durante un’udienza del processo con rito ordinario relativo all’operazione “Testa di Serpente”, (per il quale ha già incassato una condanna in abbreviato, in primo grado, a 7 anni e due mesi divenuta definitiva con il patteggiamento a 4 anni 11 mesi e 10 giorni in appello).

Il clamoroso dietrofront di Turboli è stato formalizzato contestualmente alla nomina del precedente e storico difensore, Antonio Quintieri, nonché alla revoca di chi lo ha seguito fino ad oggi. Il pm della Dda di Catanzaro Corrado Cubellotti – che oggi avrebbe dovuto esaminarlo -, nel prendere atto della determinazione, ha sottolineato l’atteggiamento “ondivago” assunto da Turboli, proprio quando sono decorsi i 180 giorni dall’inizio della collaborazione. I 180 giorni costituiscono il termine previsto per lo stato di isolamento del collaboratore che, appunto, deve durare non meno di 180 giorni. Termine entro il quale va predisposta la redazione del verbale illustrativo dei contenuti della collaborazione.

CHIESTA L’ACQUISIZIONE DI ALCUNE DICHIARAZIONI DEL PENTITO COSENTINO TURBOLI

Cubellotti ha quindi sollevato una questione al Tribunale, chiedendo che venga acquisita agli atti del dibattimento, ai sensi dell’art. 500 quarto comma, una dichiarazione resa dall’ex pentito nel corso dei colloqui con i magistrati in data 25 novembre 2022. Dichiarazione confermata a marzo scorso, relativa alla condotta “parzialmente reticente” di un testimone che sarebbe stato avvicinato e intimidito da Porcaro.

Turboli, che è intervenuto all’udienza collegato in video da località protetta, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Non so cosa dire», queste le sue parole. L’intento di collaborare con la Dda era maturato all’indomani del suo arresto nel blitz “Reset”, dove compare tra i fedelissimi del boss, oggi pentito, Roberto Porcaro, insieme a suo fratello Alberto. Proprio a proposito di quest’ultimo, è da registrare la nomina dell’avvocato Maurizio Nucci del Foro di Cosenza al posto del legale nominato in precedenza. 

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