Un'operazione dei carabinieri
2 minuti per la letturaCASTROVILLARI (COSENZA) – Questa mattina alle 5, la Compagnia dei carabinieri di Castrovillari ha dato esecuzione a 12 ordinanze di misure cautelari (3 arresti in carcere di cui uno da eseguire nel Comune di Bra, 4 donne agli arresti domiciliari e 5 obblighi di firma) emesse dal Tribunale di Castrovillari, a seguito di un’attività d’indagine, anche di tipo tecnico, che ha permesso di documentare una fiorente attività di spaccio nel comune di Castrovillari, condotta da soggetti non uniti da una stabile organizzazione ma, in alcune occasioni, accomunati da solidale collaborazione. Tra gli attestati dell’operazione denominata “Piramide” ci sono anche alcuni appartenenti alla famiglia Abbruzzese di Cassano.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Castrovillari Letizia Benigno su richiesta del pm Valentina Draetta e del procuratore Eugenio Facciolla. Le accuse sono di spaccio continuato di cocaina, hascisc e marijuana.
Le persone coinvolte nelle indagini sono: Gianni Bevilacqua, 37 anni; Fabio Bevilacqua, 25, e Rocco Madio, 37 anni, ai quali è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Agli arresti domiciliari sono finiti: Katiuscia Arena, 31 anni; Monica Madio, 35; Luisa Bevilacqua, 32; Caterina Pugliese, 41. Cinque, invece, i provvedimenti di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le indagini, condotte dalla Compagnia carabinieri di Castrovillari, si sono sviluppate tra la fine dello scorso anno e i primi mesi del 2016 e hanno permesso d’individuare un gruppo di persone che secondo le indagini avevano sostanzialmente monopolizzato l’attività di spaccio nella cittadina.
Sono stati documentati numerosi episodi di spaccio, quasi totalmente di cocaina, ma anche di hascisc e marijuana. Gli indagati sono in parte riconducibili alla famiglia degli zingari di Cosenza. La droga veniva consegnata a domicilio.
Era sufficiente una telefonata per ordinare usando termini criptici come “telefonino”. Se la qualità non era buona il cliente si lamentava dicendo che «il telefonino non funzionava».
L’inchiesta è partita da una serie di danneggiamenti ai danni di alcune autovetture. A riferire il particolare è stato il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla durante la conferenza stampa dell’operazione denominata Piramide.
«Oltre trenta – ha detto il procuratore Facciolla – sono gli episodi di spaccio e acquisto di droga ricostruiti dai carabinieri».
«Il gruppo spacciava principalmente a Castrovillari – ha poi aggiunto il tenente Massimo Cipolla, comandante della Compagnia dei carabinieri – e si tratta non di un’organizzazione consolidata, ma una solidale collaborazione dettata anche da legami familiari, ecco perché definita una piccola dinasty. Molti di loro erano disoccupati e si sostentavano con il traffico di droga,gli uomini già con precedenti specifici».
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