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Il procuratore Mario Spagnuolo

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ROGLIANO (COSENZA) – Maxi retata contro l’assenteismo nel cosentino messa a segno dai carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Cosenza, guidata dal procuratore Mario Spagnuolo. I militari hanno dato esecuzione a 18 misure cautelari a carico di altrettanti dirigenti e dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale cosentina presso gli uffici di Rogliano.

GUARDA IL VIDEO CHE ACCUSA I DIPENDENTI DELL’ASP COSENTINA

Secondo quanto ricostruito dai militari nel’operazione All Walking i dipendenti si sarebbero illegittimamente allontanati dal luogo di lavoro per dedicarsi ad attività personali dalla spesa al supermercato alle slot machine, verificando in tutto 725 episodi di assenteismo documentati.

I provvedimenti cautelari eseguiti sono 4 sospensioni per un anno, due sono medici uno e un capo infermiere e il quarto è un ausiliario, e 14 tra medici obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria riguardanti medici, dirigenti e personale amministrativo , alle ore 7.30 e 14.30 di ogni giorno, emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco, su richiesta della procura della Repubblica di Cosenza, nella persona del sostituto procuratore titolare del fascicolo d’indagine, Giuseppe Cava, del procuratore capo, Mario Spagnuolo e dell’procuratore aggiunto, Marisa Manzini. I destinatari dei provvedimenti, è stato spiegato nel corso della conferenza stampa che si è svolta in Procura a Cosenza, sono accusati, a vario titolo, di truffa aggravata, sostituzione di persona e falso ideologico.

«La Procura della Repubblica di Cosenza è impegnata nell’azione di contrasto di questa tipologia di reati che finiscono per pregiudicare il corretto funzionamento della Pubblica amministrazione determinando, nello specifico, la compromissione della tutela della salute dei cittadini». Il procurato Spagnuolo ha voluto così rimarcare il costante impegno degli inquirenti evidenziando inoltre «l’importanza dell’attività portata avanti dai carabinieri della Compagnia di Rogliano». Per poi aggiungere che «in un momento storico in cui la sanità cosentina è in difficoltà ci sembrava opportuno mettere un punto, e richiamare al rispetto delle regole. Sarà ora il vertice dell’Azienda a valutare, secondo le prescrizioni della legge Madia, le successive conseguenze e la comunità farà le proprie valutazioni. Il nostro compito è quello di far fronte a fenomeni di illegalità diffusa nella pubblica amministrazione, e a questa indagine ne seguiranno altre, che spero di completare nel migliore dei mondi».

L’AVVIO DELLE INDAGINI

Le indagini, condotte dall’aliquota operativa della compagnia carabinieri di Rogliano, sono partite da numerose segnalazioni pervenute ai carabinieri che lamentavano il comportamento disinvolto di alcuni dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale che, «anziché trovarsi sul posto di lavoro, venivano visti sistematicamente per le vie della cittadina occupati nelle faccende più disparate, dal fare la spesa al supermercato fino ad arrivare a spendere il tempo pagato dai contribuenti giocando alle slot machine. 6.000 ore di filmati e oltre 200 servizi di osservazione e ben 725 espisodi di assenteismo documentati»,

I carabinieri hanno monitorato ogni movimento dei dipendenti e «ogni giorno c’era qualcuno che si occupava di strisciare i cartellini per tutti, scattava così la libera uscita in paese e anche in provincia, infatti, c’era chi non si faceva scrupoli di accompagnare i figli a scuola per poi tornare tranquillamente a casa, c’era – spiegano i militari – anche chi svolgeva attività nel proprio studio privato durante l’orario di servizio».

Su cinquantotto dipendenti degli uffici di Rogliano dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ben 48 sono stati monitorati e denunciati. 

IL CODACONS: «LICENZIAMENTO IN TRONCO PER GLI ASSENTEISTI»

Sull’operazione All Walking interviene anche il Codacons che senza mezzi termini chiede «licenziamento in tronco e azione di recupero degli stipendi pagati ai dipendenti assenteisti. Se saranno accertati gli illeciti contestati – scrive l’associazione dei consumatori – i dipendenti dovranno non solo essere licenziati in tronco, ma l’amministrazione dovrà avviare nei loro confronti azione di recupero degli stipendi pagati negli ultimi anni – spiega il Codacons – Si tratta infatti di reati che, se confermati, avrebbero ripercussioni dirette per gli utenti, in quanto il danno per i cittadini è duplice: da un lato i servizi resi dall’ente pubblico dove lavoravano i 18 dipendenti hanno subito un peggioramento a causa dell’assenza ingiustificata dei lavoratori dagli uffici, dall’altro vi è un evidente spreco di soldi pubblici, in quanto i dipendenti infedeli percepiscono stipendi senza lavorare. Per questo – conclude il Codacons – gli assenteisti dovranno risarcire la collettività restituendo le retribuzioni indebitamente percepite».

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