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Le intercettazioni dell'inchiesta

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CASTROVILLARI (CS) – Per essere sicuro che la lista con cui era candidato alle regionali calabresi del gennaio 2020 raggiungesse il quorum per presentarsi regolarmente non avrebbe esitato a raccogliere le firme degli elettori ovunque capitasse e senza preoccuparsi della presenza del pubblico ufficiale
autenticante.

E’ per questo – ma anche per un episodio di concussione – che Francesco Mundo, sindaco di Trebisacce, comune del Cosentino, è finito ai domiciliari. A disporre l’arresto il gip su richiesta della Procura di Castrovillari nell’ambito di una inchiesta denominata “Mayor” che ha portato anche alla sospensione due dipendenti comunali (A.T. 55 anni e M.C. 48) e all’invio di avvisi di garanzia ad altre 15 persone.

Franco Mundo

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di peculato, concussione, truffa, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e formazione e/o uso di schede e atti falsi.

Mundo, candidato al Consiglio regionale con la lista “Io resto in Calabria”, secondo l’accusa, avrebbe raccolto, nella Circoscrizione nord, oltre 200 sottoscrizioni di elettori (alcuni dei quali inconsapevoli) impiegando solo in un secondo momento un dipendente dell’Ufficio elettorale del Comune per una fittizia autenticazione. In tal modo sarebbe stato raggiunto il numero di firme necessarie per la presentazione della lista.

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Risultando il primo non eletto di “Io resto in Calabria”, Mundo, secondo gli inquirenti, avrebbe cercato di aggirare in maniera illecita l’ostacolo. In particolare avrebbe individuato soggetti compiacenti – tutti finiti sul registro degli indagati – per ottenere la sottoscrizione di dichiarazioni nelle quali avrebbero attestato falsamente di aver assistito allo scrutinio e di avere riscontrato irregolarità nello spoglio delle schede in alcune sezioni di Paola ed Amantea.

Tentativo risultato vano dal momento che Il Tar della Calabria, cui si era rivolto per ottenere il riconteggio e farsi proclamare consigliere regionale eletto, ha dichiarato inammissibile il suo ricorso nonostante le dichiarazioni – fittizie per l’accusa – allegate.

Ma dalle indagini è spuntata anche un’accusa di concussione. Mundo, infatti, per favorire un privato che occupava abusivamente una porzione demaniale del torrente Pagliara, avrebbe costretto il direttore dei lavori di regimazione del corso d’acqua a modificare il tracciato rispetto a quello previsto nel progetto. In caso contrario, sarebbe stata la minaccia, avrebbe emesso un’ordinanza per bloccare i lavori.

Su quest’ultimo aspetto, i carabinieri Forestale del Nipaaf, supportati dai carabinieri Forestali di Acri, Castrovillari, Corigliano, Rossano, Oriolo e San Sosti, hanno eseguito 26 provvedimenti di sequestro per debellare il fenomeno delle occupazioni abusive sui terreni demaniali del torrente Pagliara.

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