X
<
>

Il porto di Cetraro

Share
1 minuto per la lettura

CETRARO (COSENZA) – Acqua ancora inquinata da circa due mesi a Cetraro paese e da circa cinque alla Marina.
E’ ancora in vigore, infatti, l’ordinanza del sindaco Ermanno Cennamo, la n.14/22 dello scorso marzo che proibisce di consumare il prezioso liquido che esce dai rubinetti delle abitazioni del Centro cittadino e dalle fontane pubbliche.

Ma in assenza di avvisi succede che, con il caldo di questi giorni, l’acqua delle fontane di pubbliche, come quella del Nettuno in Piazza del popolo, viene usata per bere dai primi ignari turisti che si cominciano a vedere in città.

«Visto che né il sindaco e la sua amministrazione comunale non sono in grado di tutelare la salute nella cittadella ospedaliera – esordisce il movimento politico Area democratica che striglia così l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ermanno Cennamo colpevole della dimenticanza – che si provveda a chiudere subito l’acqua che, invece, continua a scorrere come se niente fosse, dalle fontane pubbliche del nostro territorio comunale, per tutelare almeno la salute dei turisti, oltre a quella dei cittadini. Forse sarebbe il caso – conclude il movimento – di mettere una targa per l’acqua fresca e inquinata del Nettuno così come è stato fatto per la famosa acqua di Riccardo Cuor di Leone».

Con l’ultimo atto, il sindaco ha ordinato alla popolazione di Cetraro paese il divieto assoluto di servirsi dell’acqua erogata dall’acquedotto pubblico per uso potabile fino a nuove disposizioni. L’acqua può essere utilizzata solo per i servizi igienici, pulizia della casa, igiene della persona e, se sottoposta a bollitura, per uso alimentare, preparazione di alimenti, igiene orale, lavaggio stoviglie e utensili da cucina, lavaggio apparecchiature sanitarie, lavaggio oggetti per l’infanzia.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE