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Le Terme Luigiane

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COSENZA – Si affievoliscono le possibilità di vedere proseguire le attività delle Terme Luigiane con la gestione della Sateca Spa dopo gli scontri animati con i Comuni di Acquappesa e Guardia Pimontese.

La società ha, infatti, reso noto che si è svolto un incontro con i sindaci dei due comuni, alla presenza dell’assessore alle attività produttive della Regione Calabria Fausto Orsomarso. Secondo quanto evidenziato, la società «ha espresso la volontà di prosieguo delle attività in attesa del nuovo subconcessionario, che dovrebbe essere individuato all’esito del bando che i Comuni devono porre in essere, con ormai enorme ritardo».

Nell’evidenziare i gravi disagi per il comparto a causa delle restrizioni per il Covid-19, la Sateca Spa ha spiegato che la «disponibilità al prosieguo delle attività è stata anche affiancata all’ipotesi, avanzata dall’azienda, di riconsiderare la misura dell’erogazione dell’acqua termale stabilita dai regolamenti comunali recentemente approvati. Tale misura, stabilita per l’attuale gestore in percentuale pari al 12% della portata complessiva, è ritenuta da Sateca.  assolutamente insufficiente a garantire l’approvvigionamento per lo stabilimento Thermae Novae ed il Parco Termale. Questa percentuale dovrebbe essere rivista per consentire a Sateca di essere autonoma e di eliminare ogni conflitto rispetto a tutte le altre iniziative comunali».

La società ha, però, evidenziato che «neanche questa possibilità è stata ritenuta dai Comuni meritevole di un approfondimento da parte dei tecnici e/o di autorevoli enti terzi come l’Unical, che avrebbero potuto – senza sospetti di parzialità – individuare il giusto compromesso tra le necessità di una azienda fornitrice di un servizio pubblico e le Pubbliche Amministrazioni concessionarie della risorsa naturale da valorizzare ed il cui sfruttamento deve essere posto a base di gara pubblica. Tutto ciò nello spirito di salvaguardare, come previsto dalla normativa, le attività esistenti pur volendo valorizzare le terme e dare spazio a nuove iniziative».

Dunque, secondo quanto riportato dalla società, «i sindaci Tripicchio e Rocchetti hanno opposto una posizione non trattabile: gestione affidata solo fino al 15.12.2021, poi si valuteranno le condizioni per un’eventuale prosecuzione».

A questo punto, la Sateca ha evidenziato che gli esiti dei tentativi di mediazione «purtroppo non consentono di ipotizzare un futuro per le Terme Luigiane».

La posizione dei sindaci

Diversa la posizione dei sindaci Francesco Tripicchio, Acquappesa, e Vincenzo Rocchetti, Guardia Piemontese: «La Sateca pretende l’affidamento delle acque termali, per le proprie strutture, fino al 2036. Una richiesta che – hanno spiegato – non possiamo accogliere e che pone un muro invalicabile verso un accordo, che pure noi abbiamo cercato e proposto, per salvare la stagione 2021, la continuità dei livelli occupazionali e delle prestazioni sanitarie erogate dalla stazione termale».

«Da parte nostra – hanno aggiunto – abbiamo dato massima disponibilità per la prosecuzione della stagione termale 2021, impegnandoci a garantire la stessa portata d’acqua dello scorso anno. Abbiamo infatti preso parte all’incontro, al solo interesse di tutelare i lavoratori e l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Purtroppo, lo stesso fine non sembra averlo la Sateca, che pretendeva l’utilizzo delle acque termali, per le proprie strutture, fino al 2036, senza mai parlare, nel corso dell’incontro, della problematica dei lavoratori».

I due sindaci hanno, quindi, spiegato: «Non possiamo che prendere atto di quanto accaduto e proseguire il nostro impegno per ridare la giusta dignità alle Terme Luigiane, senza altresì stancarci di provare a ricercare ed a perlustrare ogni strada possibile per salvare la stagione 2021, compresi, ovviamente, i posti di lavoro. In quanto Pubblica Amministrazione, non possiamo essere condizionati dai desiderata di una società a scopo di lucro, che, per una volta, avrebbe per lo meno potuto compiere un passo indietro e stipulare un accordo, che, per quest’anno, avrebbe garantito tutti, in particolar modo i lavoratori».

L’intervento dei lavoratori

Lo scontro tra Comuni e società incide, ovviamente, sulla condizione dei lavoratori che hanno evidenziato: «Ci sentiamo presi in giro dalle amministrazioni comunali che in vista della scadenza del 2016 avrebbero dovuto programmare in tempo utile il prosieguo delle attività. Non hanno rispettato da allora nessuna scadenza, nessun cronoprogramma».

La mediazione in programma con l’intervento della Regione aveva fatto ben sperare ma, affermano i lavoratori, «per l’ennesima volta siamo stati delusi e le aspettative sono state totalmente disattese. Alla base della proposta avanzata dall’azienda Sateca alle amministrazioni comunali c’era una nostra richiesta esplicita e prioritaria: la continuità lavorativa, una base di certezza nel medio termine che ci possa dare la possibilità di programmare non solo il lavoro, ma le nostre stesse vite».

Contestata, dunque, la tempistica del bando che avrebbero dovuto predisporre le amministrazioni comunali: «Noi non pretendiamo che l’attività termale venga portata avanti solo dalla Sateca, né che non si apra il mercato ad altre realtà imprenditoriali, ma – spiegano i lavoratori – perché non garantire stabilità a chi già c’è ed è già nelle condizioni di mantenere gli attuali livelli occupazionali che sono stati garantiti per 80 anni nella legalità?  Offrire all’azienda e quindi a noi lavoratori solo la stagione 2021 è una proposta ridicola! L’attività turistica non si conduce in questo modo perché è fatta di programmazione, di promozione, di attività costante sia nella ricerca dei clienti che nella contrattualizzazione con agenzie e tour operator».

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