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Gli arresti contro la cosca Muto

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CETRARO (COSENZA) – Il pubblico ministero Romano Gallo ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati del processo “Katarion” che hanno scelto il rito ordinario. Diversi altri, infatti, hanno optato per il rito abbreviato. Ma andiamo con ordine.

Si è tenuta ieri mattina, presso il Tribunale di Catanzaro, l’udienza davanti il giudice per le udienze preliminari, Paola Ciricao del processo scaturito dall’operazione denominata “Katarion”, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza – su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro – contro esponenti della cosca Muto di Cetraro.

Ben 48 le persone indagate a vario titolo, dei reati di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti; estorsione, tentata e consumata, aggravata dal ricorso al metodo mafioso; detenzione illegale di armi da fuoco. Ieri mattina, in tanti hanno scelto di seguire il rito abbreviato, in modo tale da ottenere – in caso di condanna – uno sconto sulla pena.

Tra i nomi più “importanti” figurano: Giuseppe e Carmine Antonuccio, Mario e Poldino Cianni, Flavio Graziosi, Michele Iannelli, Gianluca Vitale, Alessio Carmine Tundis, Maurizio Tommaselli, Franco Scorza, Zicca Concettina, intesa come “Jonatha”, e diverse altre posizioni marginali.

Tutti gli altri, in caso di rinvio a giudizio, hanno optato per il rito ordinario. Infine, su alcuni indagati il giudice si è riservato di decidere, in merito alla scelta del rito, all’udienza del 5 novembre in considerazione del fatto che la nomina degli avvocati difensori era avvenuta troppo tardi per riuscire a munirsi della procura speciale.

Il 5 novembre, inoltre, si procederà alla calendarizzazione delle udienze per i riti alternativi, e per le posizioni da stralciare. Il processo è già stato stabilito che sarà trattato presso il Tribunale di Paola, competente per territorio.

«Le indagini iniziate nel giugno 2016 – aveva evidenziato il giorno del blitz il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, colonnello Piero Sutera – all’indomani dell’operazione Frontiera e hanno evidenziato la riorganizzazione del sodalizio della storica consorteria mafiosa Muto di Cetraro, che è egemone sulla zona del Tirreno cosentino. Le indagini hanno documentato che gli assetti puntavano nuovamente sul core business dei Muto, che è proprio lo spaccio di droga».

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