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Il Tribunale di Cosenza

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COSENZA – Il Tribunale di Cosenza non ha ammesso la perizia informatica effettuata sulla genuinità delle intercettazioni telefoniche a carico dell’ex prefetto di Cosenza Paola Galeone, coinvolta in un episodio di presunta induzione alla corruzione, disposte dalla Procura cosentina e ha chiamato gli agenti operanti della Questura di Roma a testimoniare sulle copie forensi dei telefoni sequestrati.

Lo rende noto l’avvocato Mario Antinucci che assieme al collega Carlo Casola difende l’ex prefetto che venne arrestata nel gennaio del 2020 con l’accusa di avere intascato una mazzetta di 700 euro dall’imprenditrice Cinzia Falcone.

I due legali, durante l’udienza davanti al Tribunale penale di Cosenza presente anche l’imputata, hanno sollevato la questione sulle conclusione della consulenza tecnica del dott. Fabio Milana, perito del Tribunale di Roma, relativa alla divergenza tra i contenuti delle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Cosenza durante le indagini e le copie forensi degli smartphone generate presso il Servizio centrale operativo della Questura di Roma, subito dopo il sequestro giudiziario dei telefoni in uso sia all’imputata, sia alla
querelante Cinzia Falcone.

«Il Tribunale – afferma l’avvocato Antinucci – allo stato ha respinto l’istanza di perizia informatica sul server della Procura della Repubblica di Cosenza, disponendo però l’immediata intimazione giudiziale alla prossima udienza del 3 maggio 2022 degli agenti operanti del Servizio centrale operativo della Questura di Roma che ha eseguito le copie forensi dei cellulari sequestrati. I testimoni Tenuta, Vecchi e Turco, della
Prefettura di Cosenza, hanno risposto alle domande incrociate della difesa del prefetto Galeone e del Tribunale, fornendo un contributo notevole alla ricostruzione del quadro accusatorio. Il Tribunale ha disposto il rinvio all’udienza del 3 maggio 2022 per l’audizione del responsabile della contabilità della Prefettura, Giordano e dell’ufficiale di polizia giudiziaria del Servizio centrale operativo della Questura di Roma che nel 2020 ha eseguito le copie dei telefoni sequestrati al prefetto Galeone e alla signora Falcone».

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