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Donata Bergamini

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COSENZA – «Domani dopo 33 anni toccherà a me testimoniare nel processo per l’assassinio di mio fratello. Sono serena. Tutta una vita spesa alla ricerca della verità. Senza odio ma con tanta amarezza verso coloro che mancarono ai propri doveri istituzionali costringendo di fatto me e la mia famiglia ad un vero e proprio ergastolo giudiziario. Dedico a loro queste ore che mancano alla mia testimonianza di fronte alla Corte d’Assise di Cosenza».

A parlare, in anteprima al Quotidiano del Sud, quando mancano 24 ore dall’udienza che la vedrà protagonista al Palazzo di giustizia di Cosenza, è Donata Bergamini, sorella di quel Denis che per la città bruzia è ormai un’istituzione.

Trentatré lunghi anni sono trascorsi da quel 18 novembre 1989, quando il calciatore del Cosenza trovò la morte lungo la strada 106 per Roseto Capo Spulico, trentatré anni durante i quali Donata Bergamini non ha mai smesso di battersi chiedendo verità e giustizia per il fratello scomparso a soli 27 anni. Nel mezzo tre inchieste, due delle quali archiviate, l’ultima aperta nel 2018  dall’allora procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, quando la superperizia sul corpo del calciatore confermò quanto i familiari hanno da sempre sostenuto: e cioè che Denis fosse già morto prima di venire adagiato sull’asfalto, simulando un suicidio.

Un’ipotesi, quest’ultima, a cui Donata, il papà Domizio, scomparso solo pochi anni fa, la mamma Maria e quanti hanno avuto modo di conoscere il centrocampista di Argenta non hanno mai creduto, descrivendolo come un ragazzo gioviale, pieno di vita e di entusiasmo e amante del calcio. Ma che l’ex fidanzata Isabella Internò, unica imputata per l’omicidio di Denis, ha sempre ribadito agli inquirenti, raccontando che, dopo un’accesa discussione, il giovane si sarebbe spontaneamente tolto la vita, lanciandosi sotto un camion.

Al fianco di Donata ci sarà, come sempre, l’avvocato Fabio Anselmo, ed anche i tifosi rossoblù che senz’altro faranno sentire la loro vicinanza anche in questa occasione. Davanti a lei, Isabella Internò: domani i loro sguardi si incroceranno, forse, ancora un’altra volta prima che scatti, finalmente, l’ora della verità.

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