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Droga sequestrata nell'operazione Gentleman 2

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CORIGLIANO ROSSANO (CS) – È stata denominata “Gentleman 2 ” l’operazione che ha permesso di sgominare un traffico di droga su scala internazionale e che ha visto finire in manette 25 persone della Sibaritide. La maggior parte di Cassano e Corigliano.

“Gentlemen 2” rievoca l’operazione omonima con le stesse finalità e messa a segno nel 2015. Come successo 8 anni fa, anche l’ operazione “Gentleman 2” è stata condotta  dalla Direzione distrettuale antimafia, e, questa volta, è scaturita  da una complessa articolata attività di indagine, condotta da una squadra investigativa comune istituita tra le componenti autorità di tre paesi, l’Italia, il Belgio e la Germania e con la partecipazione anche dei rispettivi rappresentanti di Eurojust.

L’attività investigativa, si è sviluppata attraverso attività tecniche di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, servizi di osservazione e controllo, acquisizione di materiale fotografico e documenti, controlli stradali, attività di perquisizione e sequestro, provvedimenti giurisdizionali. Nonché, mediante l’acquisizione dei risultati delle chat oggetto di sequestro da parte delle autorità Franco- Olandesi.

L’attività di monitoraggio, che ha portato agli arresti,  è stata eseguita sul flusso comunicativo in transito avvenuto sugli apparati telefonici in uso agli indagati, adoperati sia in territorio nazionale ed extranazionale. L’attività certosina degli inquirenti ha consentito di accertare che, molti di essi, definivano le loro illecite intese preliminarmente concordate su utenze in chiaro, comunicando attraverso i criptofonini e nello specifico con euro chat e, successivamente, dopo il sequestro dei relativi server da parte delle autorità europee, mediante Sky EC di Sky Global. L’operazione  è riuscita a svelare la sussistenza nel territorio calabrese di differenti sodalizi criminali dediti al traffico di stupefacenti.

Nella rete della giustizia sono finiti nomi noti nell’alveo criminale sibarita, ma anche “novizi” e insospettabili. Dalle indagini è scaturito, che l’organizzazione di maggiore rilievo criminale sarebbe  riconducibile alle ’ndrine Forastefano-Abruzzese, operante nell’hinterland dell’Alto Jonio  cosentino, con collegamenti nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, nonché in Germania, Olanda e nei paesi dell’Est europeo, oltre che in Sudamerica, specificatamente in Colombia. I contatti della rete criminale si estendevano fino alla città di Medellin e, finanche, con il cartello di Sinaloa, in Messico. Le indagini hanno fornito una dettagliata ricostruzione degli attuali assetti criminali, che vedrebbe Abbruzzese Fiorello, Forastefano Pasquale a Abbruzzese Nicola essere i promotori e organizzatori dell’associazione. 

Erano loro, secondo gli inquirenti, ad assumere le decisioni di maggiore rilievo in ordine all’approvvigionamento e alla commercializzazione dello stupefacente. Inoltre, si occupavano di intrattenere stabilmente i rapporti con i fornitori, con i quali contrattavano il prezzo della sostanza illecita e stabilivano le modalità di trasporto e di consegna della stessa. Non solo. Dalle attività investigative i due Abbruzzese e Forastefano  detenevano  la bacinella comune di proventi illeciti destinati, in parte, al mantenimento in carcere di altri affiliati.

Dalle indagini è emerso come, dopo il cruento scontro tra gli Abruzzese e Forastefano, vi sia stato un mutamento di rotta che ha, progressivamente, condotto all’alleanza tra le due famiglie circondato da un’ampia rete di collaboratori. Il sodalizio criminale non si sarebbe fermato neanche durante il periodo del lockdown per il Covid.

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