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Angelo Borrelli

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Tragedia del Raganello, secondo Borrelli si è trattato di «un evento di assoluta eccezionalità». Mancò la comunicazione da parte della sala operativa della Regione


CASTROVILLARI – «In vent’anni di lavoro di eventi del genere nell’area del Pollino e del Raganello non ne ho mai sentito parlare: si è trattato, a mio avviso, di un evento di assoluta eccezionalità nella sua interezza, ovvero per la quantità di precipitazione concentrata in così poco tempo con effetti devastanti». Lo ha detto l’ex capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, nel corso della sua deposizione dinanzi al collegio del Tribunale di Castrovillari (presidente Annamaria Grimaldi), dove si è celebrato il processo per i fatti del Raganello del 20 agosto 2018, quando un’ondata di piena del torrente travolse e uccise 11 persone, di cui 10 escursionisti e una guida. Borrelli è stato citato quale teste dalla difesa ed ha, per prima cosa, ricostruito l’attività svolta in quel giorno e nei successivi.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI SECONDO L’EX CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE

«Il 22 agosto 2018 mi sono recato sul luogo dell’evento in elicottero, sono intervenuto al Centro Coordinamento dei Soccorsi in fase di chiusura e mi sono recato all’ospedale di Castrovillari per portare la mia solidarietà ai parenti delle vittime – ha raccontato -. Ho appreso dell’evento dalle agenzie nel pomeriggio del 20 agosto; in seguito, ho chiesto e ottenuto una relazione di servizio su quanto accaduto alla Fondazione Cima. Il 9 ottobre 2018 ho relazionato in Commissione Ambiente del Senato in merito alla tragedia del ponte Morandi e del Raganello».

BORRELLI: «UN EVENTO DI ASSOLUTA ECCEZIONALITA’»

«Da un punto di vista tecnico – ha continuato Borrelli – si è trattato di un evento intenso e localizzato. Talmente localizzato da non essere stato rilevato dalle stazioni pluviometriche dislocate nel raggio di 25 chilometri, tra cui Castrovillari, Terranova, Rotonda, Cerchiara di Calabria, Lungro. In altre parole, la rete di stazioni pluviometriche adiacenti non ha rilevato alcuna pioggia quel giorno». L’ex numero 1 della ProCiv ha, infatti, spiegato come l’unico strumento in grado di rilevare con esattezza le condizioni metereologiche sia il radar, sottolineandone l’importanza ai fini della previsione e dell’elaborazione delle allerte.

«LA REGIONE CALABRIA AVEVA CONTEZZA DEI DATI RADAR»

Nel caso di specie, il radar più vicino era quello di località “Pettinascura” che, effettivamente, in quella data evidenziò a cinque chilometri di distanza dalle Gole del Raganello un volume di 115 millimetri di pioggia nell’arco di due ore, un “puntino rosso” che fu rilevato dalla sede centrale del Dipartimento di Protezione civile di Roma. Sollecitato dalle domande del pubblico ministero Veronica Rizzaro, del legale del Comune di Civita Davide Zanforlin e degli avvocati delle parti, Borrelli ha poi spiegato che «l’impronta del radar è visibile in tempo reale dai Centri funzionali di Protezione civile decentrata» e che, pertanto, quel pomeriggio «la Regione Calabria aveva contezza dei dati radar».

MANCO’ LA COMUNICAZIONE DA PARTE DELLA SALA OPERATIVA DELLA REGIONE

Dati che, in fase di monitoraggio, dovevano essere valutati da chi era presente nella sala operativa regionale – con eventuale revisione dello stato di allerta che, quel giorno, era di colore “giallo” per tutta la Calabria -, il quale avrebbe, poi, dovuto procedere a informare le autorità territoriali, tra cui i sindaci, anche telefonicamente, in assenza di altri mezzi disponibili. Circostanza che, però, non si è verificata. «Non so dire perché nel caso specifico ciò non sia avvenuto – ha specificato Borrelli -. Io ricevetti una nota in cui l’allora responsabile regionale Carlo Tansi ricostruiva quanto accaduto, ma non vi era indicato chi fosse presente in sala né perché non furono avvisati tempestivamente i territori».

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