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Monsignor Savino, vescovo di Cassano e da qualche giorno vicepresidente della Cei

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BARI – «Il Sud deve liberarsi da alcuni mali atavici, per esempio la presenza della massoneria, l’alleanza tra le massonerie devianti e i poteri e le organizzazioni mafiose».

Lo ha dichiarato, in una intervista a Radionorba Tv, che ne dà notizia in una nota, monsignor Francesco Savino, nuovo vice presidente della Cei per il Sud, pugliese, dal 2015 vescovo di Cassano all’Ionio, in Calabria.

«Il Sud – ha continuato Savino – deve liberarsi anche dall’individualismo, dall’autoreferenzialità, dall’incapacità di camminare insieme. Questa è anche la grande scommessa del Sinodo. Cercare di mettere al centro anche tutta la politica dei diritti civili e sociali. C’è un grande impoverimento. Molto spesso la ricchezza è concentrata nelle mani di pochi per cui rispetto a quello che constatiamo nei nostri territori, penso che le parole forti siano inclusione e fraternità».

«Dobbiamo educarci – ha aggiunto Savino – nelle scuole, nelle famiglie, nelle parrocchie, nei movimenti ad esercitare il senso critico della ragione, ad avere coscienza che non può essere soltanto quella dell’assistenzialismo. Dobbiamo superare il cosiddetto “welfare state” e lavorare per un “welfare generativo”. Cioè dovremmo tutti noi diventare protagonisti di un nuovo risorgimento, di un nuovo umanesimo. Passare dalla cultura dell’assistenzialismo a quella del protagonismo. Sono i beni comuni che fanno di un territorio una comunità. Quindi, andiamo oltre le logiche “gruppettarie”, autoreferenziali e cerchiamo di diventare comunità generative».

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