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Un tratto della rete ferroviaria di Corigliano Rossano

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COSENZA – Non c’è solo un problema di mobilità ferroviaria o di milioni di euro che non si sa che fine abbiano fatto. Il blocco, che dura da due anni, dei lavori di elettrificazione della linea jonica ha implicazioni anche di carattere urbanistico.

Flavio Stasi è il giovane sindaco della terza città della Calabria, Corigliano Rossano, nata dalla fusione dei due comuni. Appena insediato si è trovato di fronte i lavori di elettrificazione. Il problema, però, è che l’accordo quadro sottoscritto tra Regione Calabria, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana, il 17 maggio 2017, prevedeva alcune opere complementari come la soppressione dei passaggi a livello, il prolungamento dei sottopassi esistenti e realizzazione nuovi sottopassi ed infine la riqualificazione e rifunzionalizzazione di stazioni.

«Si era aperta – ricorda Stasi – una interlocuzione con Rfi riguardo i passaggi a livello e i sotto passi. La questione non è di poco conto perchè va ad incidere sulla pianificazione del territorio. Abbiamo una serie di iniziative urbanistiche programmate che però sono incentrate sulla rimozione dei passaggi a livello e la creazione di nuovi sottopassi. Ora come ora i passaggi a livello sono sempre lì e di sottopassi neanche l’ombra. Come faccio a programmare un intervento urbanistico se non sappiamo con certezza cosa c’è, è evidente che se al posto di un passaggio a livello ho un sottopasso le cose cambiano. Una situazione che non vivo solo io, ma anche molti sindaci interessati a questo tipo di lavori».

A chi gli chiede se conosce i motivi dello stop ai lavori, Stasi risponde di non averne idea. «Ogni tanto scrivo a Rfi per sollecitare un’interlocuzione ma debbo dire senza troppa fortuna. L’ultima riscontro risale ormai ad un anno e mezzo fa. All’epoca eravamo al punto dello studio preliminare, non penso si siano fatti passi in avanti».

In effetti basta attraversare la costa jonica per vedere i pali innalzati da Rfi e zero lavori. Chissà quindi che fine hanno fatto i soldi, parliamo di circa 477 milioni di euro, che la Regione aveva stanziato dai fondi europei per questa operazione.

Abbiamo provato a chiederlo a Giuseppe Graziano, consigliere regionale dell’Udc, che è originario della zona. «Guardi – ci ha detto al telefono – da quello che sono riuscito a sapere i 477 milioni stanziati dalla Regione non erano finalizzati all’elettrificazione della tratta ferroviaria. I pali che si vedono in piedi servono solo a portare i fili. Manca quindi tutto il resto perchè non era nell’accordo. In particolare mancano i pantografi, le centraline elettriche e quindi l’elettrificazione vera e propria che non sono i pali che vediamo oggi».

«Spero che nel Pnrr – conclude il consigliere regionale – ci sia il completamento di quello che abbiamo fatto finora. Il lavoro fatto, molto importante, è servito a far innalzare di categoria la ferrovia che ora è pronta per l’elettrificazione. Naturalmente seguiremo questa vicenda perchè l’ammodernamento ferroviario è essenziale per rompere l’isolamento storico di una fetta importante della regione».

In realtà andando a leggere le carte l’accordo siglato dall’allora maggioranza Oliverio prevedeva proprio l’elettrificazione da Crotone fino a Sibari. Una conferma arriva anche dal piano commerciale di Rfi, targato novembre 2021 e quindi diffuso a valle della presentazione del Pnrr nazionale. Qui sono investiti circa 300 milioni per il completamento dell’elettrificazione da Catanzaro Lido fino e Mileto. Sarebbe il caso di tenere alta l’attenzione.

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