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CETRARO – Chi si aspettava una grande partecipazione all’iniziativa promossa dall’associazione Libera presidio “Lucio Ferrami”, domenica al porto di Cetraro, in segno di solidarietà al cardiologo Giorgio Ventura a cui ignoti hanno incendiato la barca nel porto di Cetraro, è rimasto molto deluso.

Grandi assenti i cittadini cetraresi, ma soprattutto, i giovani. Un segno di pericolosa indifferenza a quanto sta accadendo da tempo nella città dove la malavita ha rialzato la testa.

Forte il grido di don Ennio Stamile che nel corso del suo intervento ha sottolineato l’urgente necessità di “ricostruire il tessuto sociale totalmente disgregato, assumendoci le nostre responsabilità, ma ripartiamo insieme perché la nostra divisione è loro forza”.

Per questo ha sollecitato: “Il consiglio comunale ad impegnarsi affinché ad ogni azione commessa da questi delinquenti ci deve essere subito una risposta delle istituzioni. Prendiamo l’impegno di ritrovarci il 21 giugno di nuovo tutti qui per ricordare Gannino Losardo e riflettere sulla mafia di ieri e di oggi”.

“Siamo indignati e molto preoccupati per quanto accaduto – ha detto il sindaco Ermanno Cennamo – Noi vogliamo risposte, perché non vogliamo che fatti del genere accadano di nuovo. A testa alta e con la schiena dritta andremo avanti nel rispetto delle regole”.

Il sindaco di Santa Maria del Cedro Ugo Vetere ha evidenziato la mancanza delle istituzioni, ai massimi livelli, che “negli ultimi cinque anni per Cetraro e per il territorio non hanno fatto nulla”.

Il vicesindaco di Diamante Giuseppe Pascale ha criticato “la scarsa presenza di sindaci alla manifestazione che, invece, avrebbe dovuto riunire tutti i sindaci del comprensorio”. Poi ha assicurato che “Diamante ci sarà sempre quando c’è da dare una mano agli altri così come noi ci aspettiamo che gli altri facciano lo stesso con noi”.

L’assessore di Bonifati ha sottolineato la mancanza di giovani alla manifestazione. Il parroco della parrocchia S. Benedetto, don Francesco Lauria, ha evidenziato “il senso di sfiducia nelle istituzioni. Dobbiamo cambiare il modo di denunciare, perché ogni volta che succede qualcosa ci ritroviamo come un cliché e la cosa finisce qui”.

Poi ha portato l’attenzione sulla “giungla” che imperversa nel centro cittadino la sera tra spaccio di droga, e giovani che consumano bevande alcoliche senza alcun controllo. Per questo è necessario un cambio di rotta denunciando queste cose.

Marco Occhiuzzi segretario del Partito socialista ha ricordato che il paese sta subendo una regressione perché non c’è il rispetto delle regole. “Ciascuno deve fare la sua parte – ha detto Occhiuzzi – non si può continuare con le misure emergenziali, perché passata l’emergenza si torna al punto di partenza”.

Il segretario del Pd Gaetano Bencivinni ha evidenziato che “nonostante gli sforzi si avverte un deficit di conoscenza per affrontare in maniera efficace il fenomeno malavitoso che affligge Cetraro con indagini più attente alle dinamiche interne alla malavita organizzata. Da una parte ci vuole l’azione forte delle istituzioni e delle associazioni per trovare le soluzioni più appropriate ad evitare la controffensiva malavitosa che danneggia lo sviluppo economico e sociale della città”.

L’ex sindaco Angelo Aita ha puntato l’indice sulla mancanza di fiducia nelle associazioni, nel mondo della chiesa. “Una situazione che fa crescere la delinquenza che vuole imporsi con la forza. Se vogliamo cambiare il senso di appartenenza dobbiamo fare tutti il nostro dovere, perché manca il senso di comunità. Nella città di Cetraro ci sono più telecamere che cittadini eppure non si riesce a scoprire i responsabili. Qui la malavita è entrata. È questo il segnale più pericoloso. Qualcosa deve accadere altrimenti tutti gli sforzi che faranno le associazioni e le istituzioni non serviranno a nulla”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Giuseppe Aieta che sollecitato l’importanza di avvicinare i giovani alla cultura della legalità vero baluardo contro il malaffare.

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