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Una immagine dalla fiaccolata per il piccolo Saverio

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A Corigliano-Rossano la pioggia non ha fermato la fiaccolata organizzata in memoria del piccolo Saverio Caracciolo Junior, bimbo di soli 5 mesi morto a Cosenza dopo una lunga odissea sanitaria


CORIGLIANO ROSSANO – Il cielo era già carico di pioggia, come se volesse piangere insieme a tutti loro. Ma nessuno si è tirato indietro. Ieri, domenica 6 aprile, alle 18 e 30, nel piazzale dello stadio “Stefano Rizzo” di Rossano, si è svolta la fiaccolata in memoria del piccolo Saverio Caracciolo Junior, il bimbo di appena cinque mesi scomparso dopo un’odissea sanitaria che lo ha visto transitare tra i due presidi dello spoke cittadino – il Compagna e il Giannettasio – prima dell’ultimo disperato tentativo all’Annunziata di Cosenza. Ma lì, purtroppo, il suo cuoricino si è fermato.

LA FIACCOLATA PER SAVERIO

La fiaccolata si è svolta nel giorno in cui il piccolo avrebbe compiuto sei mesi, il 6 aprile. Una data che sarebbe dovuta essere fatta di torta, candeline, primi dentini, abbracci. E invece è diventata simbolo di un dolore troppo grande per essere raccontato, troppo profondo per trovare pace. Tra le fiaccole accese e le mani strette, c’erano i giovani genitori Ester De Luca e Saverio Caracciolo, i nonni, gli zii, tanti amici, tanta gente comune. Alla fiaccolata ha partecipato anche l’avvocato Ettore Zagarese, legale della famiglia, presente in veste di semplice cittadino. Tutti stretti in un abbraccio muto, silenzioso ma potentissimo.

I CARTELLONI

C’erano cartelloni, frasi scritte con le lacrime e con l’amore. Una bambina teneva alto un cartello : “Per te questo bacio nel vento te lo manderò lì con almeno altri cento….. ora che puoi prendere per la coda una cometa e girando per l’universo te ne vai… Solo che non doveva andare così. Tutti siamo ora un po’ più soli”. Quelle parole, semplici e vere, hanno fatto eco alle lacrime che non si sono mai fermate.

LO SFOGO DELLA MAMMA

Così come lo sfogo della mamma Ester, un grido che non cerca giustificazioni, ma solo ascolto. Uno sfogo scritto, disperato, che racconta un dolore che non ha fondo: «Ho perso tutto. Troppo dolore. Ho il cuore bloccato, immobile. Mi ritrovo qui, con il corpo piegato, per non sentire questo cuore che in questo momento vorrei solo scoppiasse. Può pagare chiunque, o forse mai nessuno pagherà. Ma che mi cambia? Il mio patato nessuno me lo ridarà. Sono un corpo morto che cammina. Se davvero sei un angelo, dammi la forza da dare a tuo fratello». Parole che, da ieri, fanno parte anche della coscienza collettiva di una città, di una comunità che si è stretta nel dolore di una famiglia e che adesso chiede verità.

L’AUTOPSIA

L’autopsia è stata eseguita, e il medico legale ha novanta giorni per depositare la perizia. Novanta giorni di attesa, di domande senza risposta, di “chissà”, di “forse”, di “se avessimo saputo.” «Mi hai acceso una luce nel mio buio. E adesso? Adesso sono rimasta troppo al buio, anche se apro la porta. Mi hai dato una gioia tra le braccia e me l’hai strappata così, dal nulla. Com’è ingiusta la vita”» scrive ancora Ester. E poi: «Mi sento troppo piccola per questo mondo, per questa vita. Mai nessuno dovrebbe affrontare un dolore così».

FIACCOLE TREMANTI SOTTO LA PIOGGIA

Le fiaccole tremavano nel vento, come le voci di chi camminava lentamente, passo dopo passo, nel tentativo di dare un senso all’assurdo. Poi è arrivato il temporale, forte, impietoso. Ma la fiaccolata, anche se interrotta dalla pioggia, non ha perso il suo senso. Non si è spento nulla, perché le fiaccole accese nei cuori di chi c’era continuano a bruciare, anche sotto l’acqua. Non è stata solo una manifestazione.

UNA PROMESSA SILENZIOSA PER SAVERIO

È stata una promessa silenziosa. Che la morte di Saverio Junior non venga dimenticata. Che qualcosa cambi. Che nessun altro debba più vivere quello che Ester e Saverio stanno vivendo. E che quel bacio nel vento arrivi davvero, tra le stelle. Dove lui, forse, adesso gioca con una cometa, ma cercando ancora gli occhi della sua mamma e del suo papà.

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