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Il procuratore Pierpaolo Bruni

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COSENZA – I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cosenza e della Sezione operativa della Compagnia di Scalea hanno eseguito 6 misure cautelari emesse dal Gip di Paola Maria Grazia Elia, su richiesta del procuratore Pierpaolo Bruni, nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica amministrazione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Le misure cautelari sono state eseguite tra la Calabria e la Basilicata. Complessivamente gli indagati sono sedici.

Le indagini, che hanno riguardato anche soggetti appartenenti ad una loggia massonica, si concentrano su quello che gli investigatori definiscono un vero e proprio «cartello» che mirava ad eludere le norme sulla libera concorrenza e trasparenza degli appalti, al fine di ottenere illegittimamente l’aggiudicazione e dividerne gli importi tra tutti gli associati, compresi quelli non aggiudicatari dell’appalto, secondo percentuali predeterminate.

I nomi

Le misure cautelari sono state notificate a: Luigi Cristofaro, 38 anni di Scalea, arresti domiciliari; Giuseppe Del Vecchio, 63 anni, di Terranova del Pollino, arresti domiciliari; Paola Di Stio, 46 anni, di Belvedere Marittimo, interdizione per 12 mesi dall’esercizio del pubblico ufficio; Antonio Del Vecchio 57 anni, di Terranova del Pollino, interdizione per sei mesi di esercitare l’attività professionale di ingegneri; Maria Grazia Melega, 30 anni, di Santa Domenica Talao, interdizione per sei mesi di esercitare l’attività professionale di ingegneri; Francesco Esposito, 37 anni, di Tortora, interdizione per sei mesi di esercitare l’attività professionale di ingegneri.

L’inchiesta e i sei appalti

Le indagini sono iniziate nel giugno del 2020. Nel corso di una conferenza stampa, il maggiore Giuseppe Sacco, del Nucleo operativo dei Carabinieri di Cosenza, ha parlato di «un cartello tra liberi professionisti che mirava ad eludere le norme sulla libera concorrenza».

L’attenzione dei militari si è concentrata su sei appalti in particolare, svolti nella provincia di Cosenza ma anche in quella di Potenza. Il capitano Andrea Massari, che comanda la Compagnia di Scalea, ha sottolineato che il gruppo si avvaleva di persone, all’interno delle amministrazioni comunali, che consentivano delle facilitazioni per vincere gli appalti. Appalti anche importanti, come quello che riguardava la verifica delle caratteristiche antisismiche di un istituto tecnico del Potentino.

In riferimento al Comune di Belvedere Marittimo, il responsabile dell’Ufficio tecnico sarebbe stato proprio a capo del gruppo che gestiva l’assegnazione degli appalti, a rotazione, alle diverse ditte. In un caso, invitando proprio ad arrivare ad un certo ribasso, per poter avere un affidamento diretto, sotto la soglia di legge, ma con l’accordo di far recuperare il resto dei soldi con altri lavori assegnati in seguito.

Il procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, ha sottolineato che l’indagine è ancora in corso e che erano state richieste le misure cautelari anche nei confronti di alcuni imprenditori e pubblici amministratori, ma il gip ha ritenuto non vi fossero esigenze cautelari.

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