L'incendio ad Amendolara (Cosenza)
2 minuti per la letturaAMENDOLARA (COSENZA) – Stagione estiva e incendi viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. E, nell’Alto Jonio cosentino, il primo incendio di stagione non si è fatto attendere.
E’ divampato, con sospetto di dolo, nelle prime ore del pomeriggio di martedì scorso, sviluppandosi in territorio comunale della Marina di Amendolara. Le fiamme, sostenute dal vento, sono divampate dalla zona del villaggio “Aequator Cottage”, propagandosi sulle colline sovrastanti, divorando macchia mediterranea e colture incontrate lungo il cammino del fuoco.
Nell’area dell’incendio, si sono subito attivati gli amministratori di Amendolara con il sindaco Ciminelli, il suo vice Pasquale Aprile e l’assessore Paoletta Murgieri, coordinando le operazioni di spegnimento e allertando prontamente i soccorsi. L’incendio ha raggiunto e superato le contrade Tarianni e Stillitano con le fiamme che hanno riempito il canalone che divide proprio le due frazioni.
Sul posto i Vigili del Fuoco di Trebisacce, le squadre di Calabria Verde, i Carabinieri della stazione di Roseto Capo Spulico, la Polizia Municipale e la Protezione Civile Gruppo Lucano di Amendolara con la propria squadra A.I.B (Anti Incendio Boschivo), l’autobotte privata di Rinaldo Chidichimo condotta da Simone Ippolito, intervenuti insieme a cittadini e volontari tra i quali Leonardo Golia, della Polizia di Stato che, smontato dal servizio, conoscendo bene la zona dell’incendio, non ha esitato ad offrire il suo supporto.
L’intervento di spegnimento del fuoco si è concentrato sulla delimitazione delle fiamme per evitare l’aggressione ad abitazioni rurali, agriturismi, strutture ricettive presenti. A mitigare le fiamme, sono intervenuti dapprima due Canadair, ai quali ne è aggiunto un terzo, che hanno fatto la spola tra l’area interessata dall’incendio e il vicino mar Jonio.
Dopo diverse ore e fino quasi all’imbrunire, i Canadair hanno operato lanci mettendo in sicurezza l’area dell’incendio che ha causato danni lievi ad alcune abitazioni, e devastato alcuni appezzamenti agricoli ed uliveti.
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