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Torna in carcere Francesco Passalacqua, il serial killer della Riviera dei cedri, fermato a Bologna perché accusato di tentato omicidio

SCALEA (COSENZA) – Conosciuto come il serial killer della riviera dei cedri, Francesco Passalacqua, 56 anni, originario di Scalea è stato fermato per il tentato omicidio di un agricoltore, avvenuto la mattina del 4 gennaio a Tolè, frazione di Vergato in provincia di Bologna. I carabinieri hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura, per tentato omicidio, porto abusivo di armi e violazione di domicilio, nei confronti del 56enne originario di Scalea.

LE INDAGINI SUL NUOVO TENTATO OMICIDIO

Lo scorso giovedì mattina a Tolè di Vergato, sull’Appennino bolognese, ha accoltellato un agricoltore di 65 anni nel cortile della sua abitazione. Pare senza alcun motivo e d’altronde, guardando al passato, sarebbe stato sempre un suo modus operandi, anche per gli omicidi degli anni ’90. Francesco Passalacqua, è stato condannato all’ergastolo per tre delitti, le vittime furono due pastori e un agricoltore.

A quanto pare, si trovata in libertà vigilata. Alloggiava da circa un anno in una comunità a Vedegheto, una piccola frazione del comune di Valsamoggia, sempre nell’appennino bolognese. Per la vittima, trasportata d’urgenza all’ospedale Maggiore di Bologna, sono stati indicati trenta giorni di prognosi. In base a quanto accertato dai carabinieri della compagnia di Vergato e del nucleo investigativo di Bologna, il 55enne sarebbe entrato nel giardino dell’abitazione del pensionato e lo avrebbe colpito con un coltello, senza apparente motivo, ferendolo all’addome e al braccio sinistro.

Il 65enne ha reagito allontanando l’aggressore, ha chiamato la moglie che ha allertato i soccorsi. Al momento i carabinieri hanno escluso che l’aggressione sia scaturita da un tentativo di rapina o da vecchi dissapori tra i due che, sembra, non si fossero mai incontrati.

IL RITORNO IN CARCERE DEL SERIAL KILLER DELLA RIVIERA DEI CEDRI

Durante le indagini, i carabinieri, ispezionando la zona frequentata da escursionisti diretti alla cappella della Madonna della Neve, hanno rinvenuto tracce di sangue e una catenina d’oro con un crocifisso. Da accertamenti condotti dagli specialisti della sezione investigazioni scientifiche, è risultata appartenere al 55enne. Ai carabinieri, Passalacqua avrebbe raccontato quanto è accaduto giovedì mattina ammettendo l’aggressione. Di recente era stato indagato per alcuni incendi di sterpaglie avvenuti nei mesi scorsi sempre in Appennino. Visti i suoi precedenti e la pericolosità, è stato accompagnato in carcere.

GLI OMICIDI DEL SERIAL KILLER DELLA RIVIERA DEI CEDRI FRANCESCO PASSALACQUA

La prima uccisione risale al 16 marzo 1997. Il serial Killer si aggira per le strade di Marcellina, scavalca il cancelletto di una modesta casetta di campagna e riesce ad entrare all’interno dell’abitazione dove uccide Salvatore Belmonte, forse con il solo scopo di rubare una vecchia pistola detenuta dall’agricoltore di Marcellina. Un mese dopo, nelle campagne di Verbicaro, viene ritrovato il corpo di Francesco Picarelli, ucciso con dei colpi di pistola, compatibili con l’arma di Belmonte, alla testa. Il pastore non era rientrato a casa e già la moglie ne aveva denunciato la scomparsa. L’omicidio scuote la tranquilla vita dei verbicaresi. I carabinieri della compagnia di Scalea cercano dei testimoni, raccolgono le prime indiscrezioni.

Due giorni dopo, il killer uccide ancora. In un campo, nei pressi del terreno di proprietà della precedente vittima, giace il corpo del pensionato Vito Resìa. I militari, coordinati dal sostituto procuratore Francesco Greco, nel novembre del ’97 giungono ad una certezza; Passalacqua ha ucciso i tre agricoltori. Il pluriomicida messo alle strette dall’allora Pubblico ministero, Francesco Greco, confessa.

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