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La struttura ancora da completare

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AMANTEA – Se la proposta formalizzata al direttore generale del Dipartimento regionale Tutela della Salute, Riccardo Fatarella, dal commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Gianfranco Filippelli, così come ha raccontato in aula il consigliere regionale Carlo Guccione lunedì mattina, durante i lavori del consiglio comunale aperto sul documento, poi approvato, elaborato dalla Rete a difesa del Poliambulatorio di Amantea, venisse accettata, dopo decenni il poliambulatorio di Amantea potrebbe finalmente essere completato.

E lo stesso Guccione ha spiegato bene che senza questo passaggio è inutile parlare di potenziamento dei servizi, di casa della salute, centri di cura primari, ospice e compagnia cantando. Al tavolo tecnico, dunque, si dovrà giocare in primis questa importante partita, che bisognerà vincere. La base di partenza è che l’Asp cosentina avrebbe chiesto, nell’ambito della utilizzazione delle risorse dell’ex art. 20, 800.000 euro per il completamento del poliambulatorio, 1.2000.000 euro per gli impianti tecnologici e 500.000 euro per l’acquisto della strumentazione. Per un totale, quindi, di 2.500.000 euro. Sarebbe un segno distintivo di un progetto serio di riorganizzazione della sanità regionale e soprattutto di attenzione agli sprechi.

LA STORIA DELL’INCOMPIUTA

L’ampliamento del poliambulatorio di Amantea è fermo da decenni, mentre per mantenere i servizi, l’azienda sanitaria paga affitti per l’utilizzo di altre strutture private. I lavori iniziarono realmente nel marzo del 1997 e tuttavia non furono terminati come previsto nel giugno del 1998 ma nell’agosto del 2001. Ma è il nulla, un’inezia, rispetto a quanto accaduto dopo. Lo si capisce subito quando si arriva sulla stradina che costeggia il non bellissimo poliambulatorio che ospita da decenni la maggior parte dei servizi della struttura.

Ci si imbatte in un corpo di fabbrica aggiunto, che si eleva fino al quarto piano, incredibilmente, quest’ultimo, completato, mentre sotto si vedono solo decine di pilastri posti in posizione simmetrica tra di loro. Lo studio di fattibilità dell’ampliamento in questione, denominato “Ristrutturazione e ampliamento del Poliambulatorio di Amantea” risale, in effetti, agli anni 1982/83. Commissionato dall’allora Asl 1 di Paola, poggiava su un investimento di 10 miliardi di lire, da realizzarsi in tre trance di finanziamento. Il progetto rientrava nel primo triennio d’interventi per un importo di due miliardi e settecentocinquantamilioni di lire, messi a disposizione dalla famosa legge 67 art. 20 che era dotata di 30.000 miliardi di lire, e prevedeva la ristrutturazione del poliambulatorio esistente e la realizzazione della struttura portante dell’ampliamento, attivando, con gli interventi civili e impiantistici essenziali, solo l’ultimo piano.

Nel maggio del 1995 l’Asl n. 1 di Paola affidava, con delibera n. 500, l’incarico per la progettazione esecutiva e direzione dei lavori. Nel mese di dicembre del 2011, infine, il pool di progettisti, con la stessa somma impegnata, realizzavano un quarto piano nell’ampliamento (non previsto dallo studio di fattibilità) e tutti gli impianti dell’ultimo livello, che lo renderanno pienamente funzionale. Il risultato ora è che a fronte dei 2500 mq della vecchia struttura e del quarto piano completato, attualmente utilizzati, ce ne sono altri 2800 che giacciono nell’abbandono e degrado.

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