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COSENZA – Ferie? Mai avute. I medici di continuità assistenziale, le ex guardie mediche, non ne hanno diritto. Non ci sono ferie, non ci sono giorni di malattia. Quello che sta accadendo in questi giorni nell’hinterland cosentino con dodici comuni scoperti per mancanza di medici, non è quindi una conseguenza indiretta della stagione estiva.

È che lavorare in certi contesti non è semplice e alla prima occasione utile si va via verso lidi migliori. E vista la carenza cronica di dottori non c’è nessuno disposto a sostituirli. Il nodo è tutto qui. C’è che con i concorsi appena conclusi moltissimi hanno scelto di mollare tutto.

A raccontarlo sono gli addetti ai lavori, allarmati da quanto scritto dal Quotidiano ieri a proposito della chiusura delle guardie mediche. Stiamo parlando di medici che si trovano spesso a fare i conti con una realtà aspra. Prima di tutto con una utenza non proprio amichevole. Le situazioni al limite sono quasi all’ordine del giorno.

Poi ci sono le minacce, in alcuni casi qualcosa in più. Tutto questo in spazi angusti e fuori luogo. Alla mancanza cronica di persone si aggiunge quella di strutture. Spesso gli ambulatori di guardia medica si trovano in condizioni al limite dell’agibilità. Posti senza bagni per i pazienti, ambienti malsani, in alcuni casi neanche le forniture basilari. I luoghi descrivono bene lo stato di abbandono di un intero sistema.

Ed è per questo che alla prima occasione utile si scappa verso lidi più sicuri, fioccano le dimissioni. Stavolta anche grazie agli ultimi concorsi. E così l’ultimo baluardo della sanità territoriale, custodito in spazi malsani, si svuota del tutto.

La carenza comunque è una cosa seria, così come negli ospedali anche su questi approdi le cose non sono facili, i turni si allungano facilmente anche per 24 ore.

Nel frattempo le postazioni resteranno chiuse almeno fino a fine mese, poi si vedrà in che modo rimettere insieme i cocci.

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