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L'ospedale di Cosenza

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COSENZA – L’ospedale di Cosenza è ancora in attesa che la Regione fornisca i fondi necessari per l’ampliamento dei posti letto in terapia intensiva e sub intensiva, l’adeguamento del pronto soccorso con tre passerelle nuove e un’area pretriage (oggi uno stanzino angusto), la messa a punto della piattaforma di atterraggio dell’elisoccorso (inutilizzata da oltre un decennio), il miglioramento degli impianti del Pronto soccorso e della Radiologia d’urgenza.

Un milione e 500mila euro circa rimasti nei cassetti da oltre un anno e mai consegnati all’azienda per avviare i lavori messi nero su bianco nel decreto del commissario ad acta 91 di giugno 2020. Vale a dire l’inattuato piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per fronteggiare l’emergenza Covid.

Lo stato dell’arte è certificato nel piano di interventi 2022 dell’ospedale Annunziata di Cosenza, inserito all’interno del bilancio preventivo dell’ospedale approvato due giorni fa.

L’azienda dovrebbe attivare 34 nuovi posti letto in terapia intensiva, un intervento che costerebbe un milione e 850mila euro circa. La Regione dovrebbe sborsare 883mila euro, fondi nazionali già stanziati dal governo alla Regione ma inspiegabilmente fermi. Stesso vale per le 386mila euro necessarie per avviare il progetto delle sub-intensive (24 posti) su uno stanziamento totale di un milione 133mila euro circa. Ma non si sono viste neanche le scarse 92mila euro di cofinanziamento per l’adeguamento del Pronto soccorso, già alle prese con una drammatica carenza di personale, né le 130mila euro circa necessarie per rimettere in servizio la pista dell’elisoccorso e il miglioramento strutturale della Radiologia d’urgenza.

Neanche l’emergenza Covid è riuscita a smuovere le acque, nonostante la questione non riguardi più strettamente il problema Covid. L’ospedale di Cosenza necessita di interventi di adeguamento sul Pronto soccorso al di là della situazione contingente. Stesso vale per le terapie intensive e sub intensive.

La Calabria allo stato attuale resta all’ultimo posto per numero di posti letto in terapia intensiva su 100mila abitanti. La soglia stabilita dal ministero è di 14, a oggi stando ai dati Agenas si arriva a 9.2 posti per 100mila abitanti. In totale i letti disponibili nelle terapie intensive è di 174, erano 149 ad inizio epidemia. Dei 134 previsti nel decreto 91 ne sono stati attivati soltanto 25 e per tutta l’estate non si è fatto alcun tipo di progresso.

Non tutti sono posti letto effettivi, la maggior parte sono “attivabili” alla bisogna. Questo anche a causa della cronica mancanza di personale. Diversa la questione delle sub intensive, nell’arco di un mese (settembre-ottobre) ne sono stati attivati solo due in più, in totale sono 966 i posti attivati. Intanato però i fondi necessari per l’adeguamento degli ospedali restano parcheggiati senza motivo.

Tutto questo mentre si resta in attesa di un piano assunzioni che in questo limbo generato dal possibile passaggio di consegne sul ruolo di commissario ad acta rischia di trasformarsi in un’altra grandissima attesa. Tutto è approvare un piano operativo che nessuno ha ancora visto dopo oltre un anno di emergenza totale.

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