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Il dottor Giovanni Bisignani

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Ci sarà una importante esperienza maturata in Calabria, domani, a Roma, al centro di una iniziativa a proposito del “dipartimento cardiologico del futuro”. La relazione d’apertura, infatti, sarà svolta sui dieci anni di attività – nella  pratica clinica quotidiana – della telecardiologia dell’Asp di Cosenza, progetto del quale è responsabile il dottore Giovanni Bisignani, primario di cardiologia a Castrovillari e Corigliano Rossano. Bisignani, che relazionerà su quella che è considerata una vera e propria rivoluzione verso la sanità del futuro, in realtà lavora sulla telecardiologia da ben oltre dieci anni, prima dell’accorpamento delle vecchie Asl. L’iniziativa di domani è in programma alla Presidenza del Senato, nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, a partire dalle ore 16. La seconda relazione (su: Centro cuore: il dipartimento cardiologico del futuro) è affidata a Massimo Massetti, direttore dell’area cardiovascolare e della cardiochirurgia del Gemelli, mentre quella di chiusura (Ingegneria biomedica ed intelligenza artificiale: uno sguardo al futuro) sarà svolta da Pierangelo Veltri, ordinario di Bioingegneria elettronica e informativa all’Università Magna Graecia di Catanzaro, vicepresidente nazionale della Società scientifica italiana di informatica biomedica. All’incontro, con introduzione della sen. Fulvia Caligiuri e conclusioni del governatore della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, è prevista la partecipazione anche del commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, del direttore generale della Fondazione Gemelli, Marco Elefanti, del direttore del Centro nazionale per la Telemedicina, Franco Gabbrielli, e del presidente della Commissione sanità della Regione Calabria, Michele Comito.

SE SI chiede al dottor Giovanni Bisignani cosa voglia dire in provincia di Cosenza, sul piano pratico, la telecardiologia, la prima risposta è tanto stringata quanto illuminante: «Significa che si muovono molto più le informazioni che i pazienti, e questo in una regione con l’orografia della Calabria non è cosa  da poco».

«Oggi si parla molto di telemedicina, di telecardiologia, noi la facciamo già da diversi anni al punto che è diventata pratica clinica quotidiana. In quello  che si è realizzato – dice Bisignani – la  parte più difficile è stata quella di far cambiare la mentalità, molti erano restii e propensi a restare al vecchio, oggi ci siamo riusciti e guarderei con terrore un ritorno al passato. Il concetto fondamentale, dunque, è che si muovono le informazioni e non i pazienti,  questo è un sistema già collaudato».

Un esempio aiuta a capire come l’applicazione della telecardiologia possa avere un grande ritorno in termini di “salute”. In un territorio servito dalla telecardiologia, nel caso di un intervento di emergenza dell’ambulanza  il paziente con sospetto infarto in atto non viene trasportato nella struttura più vicina, come è sempre stato, ma in quella più idonea; se il paziente viene sottoposto ad elettrocardiogramma con il 118 a casa, l’esito viene trasmesso in tempo reale alle unità coronariche di riferimento e a quel punto in caso di infarto non viene portato più come prima alla struttura più vicina (in attesa di diagnosi), ma a quella più idonea a prestare le cure urgenti (emodinamica).

Con questa pratica è stato stimato che, rispetto a prima, si risparmiano mediamente tre ore, che in molti casi – in caso di infarto – possono fare la differenza tra la vita e la morte. Questo, dice Bisignani, a Cosenza già si fa. Estendere questa “rete” a tutta la regione, ed è di facile intuizione, aiuterebbe non poco. Il risparmio di tempo (e i minuti sono preziosi per situazioni di emergenza) si ha, per esempio, anche nell’ambito di ricoveri ospedalieri in cui un paziente in cura per altre patologie avesse necessità di essere sottoposto a elettrocardiogramma: via gli ausiliari che vanno e vengono alla ricerca del macchinario e poi del cardiologo per il referto e avanti i computer: il referto si legge in tempo reale (risparmio di tempo medio stimato in almeno un’ora). 

La rete del sistema di telecardiologia, poi, consente di immagazzinare i dati di esami effettuati in passato, così da consentire, per esempio, ad un cardiologo che si trovi davanti un paziente appena sottoposto ad elettrocardiogramma di raffrontare i risultati con quelli di un esame analogo effettuato altrove nei mesi o negli anni precedenti. 

Il progetto di telecardiologia, aggiunge il dottore Bisognani,  «ci ha permesso di fare protocolli condivisi e parlare un linguaggio comune tra strutture pubbliche cardiologiche e servizio del 118».

Gli step successivi? «Estendere la rete sempre di più alle guardie mediche e ai medici di famiglia” (l’Asp di Cosenza in tale direzione ha già indetto una gara per estendere il sistema). Un modo, conclude Bisignani, per consolidare e incrementare i risultati raggiunti fino ad oggi «grazie all’azione sinergica di tutti gli attori della rete, tutte le cardiologie, il 118 e le cardiologie cliniche».

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