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Asp di Cosenza

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L’Asp di Cosenza stanzia altri milioni per spese di condominio e affitti da privati o enti pubblici e intanto procede all’acquisto di un palazzo


COSENZA – Un milione e ottocentomila euro di affitti e spese di condominio per il 2024. L’Asp di Cosenza programma l’anno in corso continua a versare milioni per immobili in affitto da privati o enti pubblici.
Nel frattempo procede all’acquisto, l’ultimo in ordine di tempo è stato un palazzo a Cosenza da ristrutturare completamente, comprato per due milioni di euro dall’Inps. 

La spesa resta comunque una stima. Basata puramente su quanto l’azienda ha speso nel 2023. Non a caso il provvedimento è un copia-incolla dell’anno precedente, con tanto di refuso sulle date da utilizzare.
Sottigliezze a parte c’è da registrare una situazione di rallentamento generale sulla gestione del patrimonio immobiliare. La ricognizione avviata ha “svelato” questioni anche fuori misura. Dall’ultimo censimento sono usciti fuori contratti di locazione risalenti agli anni ottanta e ancora quantificati in lire, altri senza documentazione, altri ancora con prezzi fuori scala. Tutte questioni che recentemente sono finite in mano alla Corte dei conti, che ha citato in giudizio un dirigente aziendale. 

In sostanza l’Asp, in questi anni, non avrebbe fatto il suo lavoro. I dati in possesso della Finanza, infatti erano discordanti e neanche regolamentati. Il caso limite sono proprio i contratti compresi tra il 1980 e il 1990 con canoni ancora in lire. In altre parole, dietro la “carente attività di gestione” sottolineata dalla Corte dei conti c’è l’inadempienza pluriennale della dirigenza dell’Asp. 
Non è andata bene neanche l’analisi sugli ultimi cinque anni di gestione. Anche qui l’Azienda non avrebbe agito secondo quanto disposto dalla legge: contenere la spesa, ridurre i canoni e tagliare i ponti con tutte quelle situazioni non più autorizzate dal Demanio. Nulla di questo è stato fatto fino all’azzeramento di tutti i fitti deciso a giugno 2022 dalla nuova dirigenza dell’Asp. 

Una sorta di liberi tutti concesso nei decenni senza alcun tipo di opposizione quando, per esempio, sono partite le cause per usucapione vinte da privati. E proprio questa mancata opposizione è uno dei punti centrali che contesta la Corte dei conti all’ex dirigente del patrimonio immobiliare.
Il problema è proprio la razionalizzazione che tarda ad arrivare. L’Azienda continua ad affidarsi alla “spesa storica”, con una riduzione del 15%, sul patrimonio immobiliare. A giugno 2022 annunciato l’azzeramento dei contratti di locazione e un intervento di razionalizzazione complessivo. Soltanto l’anno successivo, però, venne pubblicato l’atto di indirizzo con qualche integrazione.

Il piano affitti, però, è ancora in corso due anni dopo. Vale a dire che si sta ancora lavorando per rinegoziare i contratti già stipulati, oltre alla massiccia campagna acquisti avviata per nuovi immobili. Nella delibera lo stanziamento per il 2024 viene autorizzato «nelle more del completamento dell’iter procedurale teso a verificare la disponibilità di immobili da parte di enti pubblici, completare le procedure di acquisto di immobili attualmente in corso e nel contempo verificare la disponibilità alla rinegoziazione per stipula di nuovi contratti». Tutte questioni nelle mani di una “commissione permanente”, rinforzata da esperti esterni, nominata dal direttore generale Graziano nel 2022, quando ricopriva la carica di commissario straordinario.

In quel caso è messo nero su bianco lo stato del patrimonio dell’Azienda più grande della regione. Nella giungla documentale ci sono «rilevanti difficoltà» nel «reperimento della completa documentazione relativa ai singoli contratti di locazione». Per un «definitivo riordino, non diversamente conseguibile» è necessario «il recesso da tutti i contratti di locazione passiva in essere ed il successivo avvio di un iter procedurale teso a verificare la disponibilità di immobili da parte di enti pubblici e nel contempo a verificare la disponibilità alla rinegoziazione per l’eventuale stipula di un nuovo contratto». In altre parole ancora siamo all’inizio della storia.



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