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L'ospedale di Cetraro

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COSENZA – Per la Protezione civile nazionale e il ministero della Salute è il primo «caso accertato» di contagio da Coronavirus in Calabria (LEGGI LA NOTIZIA).

Per la Regione invece è un «primo caso sospetto», per il direttore sanitario dello Spoke di Paola-Cetraro è un falso positivo. Di certo c’è che si tratta di un uomo dializzato a Cetraro ma residente nel Lodigiano, una delle “zone rosse” dell’infezione italiana. Da quando è arrivato ha “denunciato” la sua presenza e si è sottoposto ad isolamento volontario, oltre ad essere stato posto sotto monitoraggio medico.

LEGGI LA NOTIZIA DELLA CONFERMA DELLA POSITIVITÀ

Ieri pomeriggio un tampone prelevato dal paziente è arrivato all’ospedale di Cosenza è stato sottoposto a test con i kit della Roche acquistati dall’azienda: risultato positivo. Il protocollo a questo punto prevede il trasferimento del tampone a Roma, all’Istituto Superiore di Sanità, che dovrà dare la conferma definitiva. Ma stando a quanto racconta il direttore sanitario dello Spoke di Paola-Cetraro, Vincenzo Cesareo, sarebbe stato effettuato un secondo test con lo stesso (e più affidabile tra quelli in circolazione) kit. Risultato negativo.

Si tratterebbe dunque di un falso positivo che potrebbe ribaltare tutta la faccenda. Il problema è che intanto la Protezione civile nazionale, nel consueto bollettino di ieri delle 18, ha recepito quanto arrivato dalla Regione, indicando il caso come positivo.

E la conferma dell’Iss? Stando a quanto racconta Borrelli gli oltre 380 casi segnalati dalle regioni sono risultati tutti positivi alla seconda conferma dell’Istituto superiore di sanità. E non a caso ieri è partita la mobilitazione per cercare di capire se intorno a quest’uomo, settantenne, si sia sviluppato un piccolo focolaio.

L’uomo infatti è arrivato in pullman dalla “zona rossa” ed è stato dato immediato mandato all’ospedale di Cosenza di rintracciare tutti i passeggeri di quel bus per poterli sottoporre ad un test, mandato che sarebbe stato portato a compimento nella giornata di oggi.

Intanto c’è da dire che il paziente è asintomatico e stando alle nuove linee guida del ministero non è necessario il suo ricovero. L’uomo per ora rimane in isolamento in attesa di capire cosa fare. Il campione è stato spedito a Roma nel tardo pomeriggio, si spera già oggi di avere una conferma.

E mentre a Cosenza si impacchettava il tampone dalla Prociv nazionale il caso veniva segnalato come il paziente numero uno della regione Calabria.

La “bomba” scoppia da una dichiarazione di Jole Santelli, una brevissima nota che non conferma il caso certificato. Santelli parla di «un primo caso sospetto di Covid-19» registrato a Cetraro. «Si tratta di una persona proveniente da uno dei Comuni della “zona rossa” del lodigiano, già sottoposto sin dal suo arrivo in Calabria ad isolamento domiciliare. Il paziente è asintomatico e si attende l’esito del test di conferma da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono in contatto con il Ministro della Salute per il monitoraggio del caso e l’applicazione del protocollo sanitario indicato dalle linee guida nazionali». Quello che succede dopo è il caos vero e proprio: tra conferme e smentite categoriche sull’esistenza di questo secondo test negativo effettuato all’Annunziata di Cosenza e la messa in elenco nel bollettino nazionale passa un fiume di «non lo so».

Il fatto è chiaramente complesso e ancora in attesa di conferme ufficiali. Nel frattempo a Cetraro il sindaco Angelo Aita ha attivato l’unità di crisi coadiuvato dalla polizia municipale». L’unità di crisi sta indagando per conoscere le persone che sono entrate in contatto con l’uomo sospettato di essere contagiato dal virus. Il sindaco è in contatto con lo Spallanzani per conoscere in tempi rapidi dell’esito del test definitiivo.

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