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VIBO VALENTIA – Il fenomeno dell’inquinamento del mare, nel tratto tirrenico a sud della provincia di Cosenza, è stato preso in esame in un incontro svoltosi alla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia. Frequenti, purtroppo, le segnalazioni di mare inquinato che vanno a incidere negativamente sull’ambiente e sul turismo. E’ emerso che su trentasei comuni il sistema della depurazione non è omogeneo e che andrebbe armonizzato in modo da poter avere una depurazione dei reflui collettati quanto più rispondente ai parametri dell’attuale quadro normativo.

Non a caso la massiccia presenza di non residenti ha provocato un eccesso di liquami collettati nell’impianto di Fuscaldo, una parte del quale anche mal funzionante.

All’incontro erano presenti i sindaci di Paola e Fuscaldo, i direttori tecnici delle società di gestione e manutenzione dei relativi impianti di depurazione e il direttore del Dipartimento Arpacal di Cosenza. Per la Guardia Costiera era presente l’ammiraglio Caligiore, Capo del Reparto Ambientale Marino della Guardia Costiera, su delega del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa; il comandante della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, Giuseppe Spera ed il comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro, Antonino Saladino.

Per evitare il ripetersi di simili fenomeni, è stato preso l’impegno di monitorare le acque di scarico anche nei mesi invernali, quando sono più frequenti i fenomeni torrentizi legati alle piogge stagionali. Resta comunque il problema che l’intera regione risulta, al momento, sprovvista di centri per la raccolta ed il trattamento dei fanghi prodotti dal ciclo stesso di depurazione.

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