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L'area della cabinovia di Camigliatello Silano

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CAMIGLIATELLO SILANO (COSENZA) – La primavera è inoltrata, Pasqua è alle porte e in Sila si scia ancora. Per la montagna calabrese è stato un week end da record, complice, oltre alle temperature rigide che hanno portato abbondanti nevicate, forse anche il venir meno delle restrizioni legate allo stato d’emergenza per la pandemia. Dei 3.000 posti letto  disponibili fra, Lorica, Camigliatello Silano, Villaggio Palumbo, nel Cosentino, e nei centri più prossimi della Sila piccola, nel Catanzarese, il 50% è stato occupato da turisti provenienti da Puglia e Sicilia oltre che dalla stessa Calabria.

«Anche durante la settimana le presenze non sono mancate, ma si è trattato di un’utenza locale, considerato anche che ci sono le scuole aperte» dice all’AGI William Lo Celso, titolare di due strutture ricettive con 400 posti letto e vice presidente di Destinazione Sila, una rete di imprese che raccoglie 65 fra operatori ed enti, oltre che della Pro Loco di Camigliatello.

«Fino a ieri – aggiunge – abbiamo avuto gruppi di turisti e giovedì ne arriveranno altri. Le piste sono comunque a regime e si scia regolarmente come si può constatare anche dalle webcam alle quali si accede da internet».

In realtà, da queste parti, la neve in questo periodo non è del tutto inusuale. «La stagione – dice Lo Celso – negli ultimi anni si sta un po’ spostando. Lo scorso anno restammo chiusi per via del Covid, ma io feci supporto logistico ospitando una troupe che girò un film in Sila ed era nevicato anche allora ad aprile. Un tempo si diceva ‘dura quanto la neve di marzo’ invece qui stiamo spalando la neve».

E’ presto, secondo l’imprenditore, per valutare la ricaduta sulle attività della fine dello stato d’emergenza. «Questo lo vedremo – dice – successivamente. Certo in questi anni, a causa delle restrizioni, siamo stati privati del servizio di intrattenimento che rende la permanenza più piacevole. Potrebbe essere uno dei settori che si rimetteranno in moto e che hanno subito più danni. Gli impianti sciistici sono attualmente aperti, c’è abbastanza neve. Va considerato che noi siamo a 1.700 metri, ma c’è la località di Lorica che arriva a 2.000 meri. Quando qui non c’è neve, li ce n’è. Quindi, se anche da noi la neve non fosse sufficiente, rimarrebbe fruibile la pista di Lorica». La neve, tiene a precisare Lo Celso, non è la sola attrattiva della Sila grande.

«Attiriamo gruppi di turisti – spiega – anche grazie al paesaggio, l’aria pulita, la gastronomia, la storia e la cultura. Abbiamo già in programma l’arrivo di gruppi che accompagneremo in due borghi dove sono nati due personaggi storici che hanno cambiato le sorti del mondo. Il nome di San Giovanni in Fiore è legato a quello di Gioacchino da Fiore che ha cambiato la storia del Medioevo e che Dante indica fra i suoi ispiratori, mentre a Longobucco abbiamo un’arte tessile quasi unica in Italia e poi è il paese di Bruno da Longobucco, uno dei primi chirurghi della storia. Ha scritto due trattati portando la chirurgia in oriente e in occidente. E abbiamo la storia dei briganti e la gastronomia. La neve è un elemento importante che richiama più un turismo di prossimità e che favorisce meno gli alberghi e più le attività commerciali».

Altre attrattive non mancano. «In questo fine settimana – spiega – è stato trainante il treno della Sila, un treno a carbone che collega le principali località turistiche della zona. Le corse speciali hanno attratto molti turisti che hanno anche scelto di soggiornare. Sono già partiti i lavori per riportarlo, come in passato, a San Giovanni in Fiore.

Per gli operatori non è mancato il sacrificio economico. «Abbiamo avuto il rincaro del costo dei riscaldamenti che è raddoppiato – dice Lo Celso – non avendolo fatto ricadere sugli ospiti, l’onere è stato tutto nostro dato che le prenotazioni sono a lungo termine e non è possibile, in corso d’opera, adeguare i prezzi. Siamo nella fase – afferma – in cui assorbiamo noi imprenditori gli effetti dei rincari. Siamo passati dal gas a 58 centesimi a un euro e 58. La mia struttura, per esempio, arriva a spendere 1.000 euro al giorno di gas, cosa che non era preventivabile. Siamo stati eroici a mantenere gli impegni con i nostri ospiti, questo ci tornerà utile per il futuro. Peraltro, rispetto agli altri anni, non abbiamo avuto le gite scolastiche, venute meno per via del Covid. E’ stato un danno perché – spiega – le inserivamo durante la settimana e nei week end e questo dava continuità al nostro lavoro». 

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