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Una veduta di Rende e Cosenza

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di EMPIO MALARA*

L’EX sindaco di Rende, l’avvocato Sandro Principe, ha illustrato ieri (lunedì, ndr) in Consiglio Comunale un emendamento di rettifica delle valutazioni di merito riguardanti la mia cittadinanza onoraria.

Il giorno prima in un articolo de Il Quotidiano ne spiegava le ragioni. Secondo lui la città disegnata nel primo piano regolatore di Rende del 1962, e nella variante del 1974, era totalmente diversa dalla Rende di oggi, “prefigurava un quartiere, anche se di qualità, della città di Cosenza”.

Chi sa con quale veemenza suo padre, Francesco, per gli amici Cecchino, avrebbe rimproverato l’ingrato figlio. Disconoscere il merito di Cecchino, dell’Amministrazione di Rende di avere adottato all’unanimità il Piano del ‘62 che conteneva l’impianto urbanistico tutt’ora funzionante, significa non solo mortificare il progettista Malara Empio, significa indirettamente svalutare l’intelligenza di Cecchino e di tutti gli Amministratori di Rende.

Il piano del ‘62 prefigurava in Rende l’assetto della parte nuova della città di Cosenza. Tanto è vero che l’esimio urbanista Marcello Vittorini estendeva nel piano di Cosenza l’asse attrezzato previsto nel piano del ‘62 dando forma definitiva, omogenea e unitaria allo sviluppo urbano dei due Comuni. La variante del ‘74 di Rende confermava il precedente impianto e lo arricchiva con l’avvento dell’autostrada Salerno-Reggio e della superstrada Sila-Mare, propiziate da Giacomo Mancini, ministro dei Lavori Pubblici.

Il valore urbanistico del piano regolatore di Rende, l’interpretazione più coerente è il piano particolareggiato dell’area compresa tra i torrenti Surdo ed Emoli contenente al suo interno il quartiere CEEP ovvero il Quartiere Europa.
Se Francesco Principe ha avuto un grande merito è certamente quello di avere intuito le potenzialità del bellissimo territorio adatto per realizzare in Rende una centralità urbana. Una centralità innovativa di edilizia economica e popolare. Una centralità di residenze e servizi che oggi si potrebbe definire la città dei 15 minuti.

Avere pianificato il territorio, avere realizzato al suo interno un quartiere scelto dagli esperti di urbanistica come esempio da imitare per non fare periferie, non significa nulla?

Sandro Principe vuole derubricare il piano di Rende ad una periferia, perché ha bisogno di dimostrare che lui è più bravo di suo padre? Ha ragione un mio amico calabrese, Sandro ha velleità strapaesane, non riesce ad accettare che esiste Cosenza la città capoluogo di Provincia, non riesce ad accettare la sua fortuna di essere l’erede di Francesco Principe, di avere ereditato il piano di Rende che, nonostante le successive manipolazioni avvenute ricorrendo ai numerosi progetti in variante, è stato in grado di assorbire anche gli errori urbanistici commessi successivamente nel “nostro” territorio di Rende.

Dove, grazie ad una norma del tanto bistrattato piano, l’editorialista del Corriere della Sera, Peppe Aquaro può notare che a Rende “c’è tanto verde tra un palazzo e l’altro”.

*architetto

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