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L'impianto di risalita di Lorica

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TRA i tanti misteri ingloriosi che circondano il turismo montano nella Sila grande c’è quello degli impianti di risalita di Lorica e Camigliatello. Entrambi ingloriosamente chiusi con i tanti turisti che si fermano a guardare desolatamente le cabine e le ovovie nemmeno montate sulle funi.

Colpa del Covid, direte voi? Macché! Non c’entra nulla e l’altro giorno i dipendenti Arsac degli impianti sono addirittura scesi in piazza a Camigliatello. Il manifesto dell’iniziativa (in fondo all’articolo) riassume alla grande lo stato dell’arte di una vergogna.

Tralasciamo il caso dell’impianto di Lorica che è al centro di una vicenda giudiziaria che si trascina da anni, ma è letteralmente incomprensibile la chiusura dell’ovovia di Camigliatello che dal Tasso porta a Monte Curcio ed è, anzi era, la pista da sci preferita da migliaia di appassionati in inverno e meraviglioso spettacolo d’estate su tutta la Sila grande.

L’Arsac che gestisce gli impianti da due anni sta implorando la Regione (proprietaria degli stessi impianti) di stanziare la somma (alcuni milioni di euro) per consentire il collaudo ventennale (scade tra due mesi).

Nessuno risponde, oggi come ieri e resta dunque la chiusura. Che ovviamente ci sarà anche per la prossima stagione invernale. E lo stesso sarà a Lorica. Così funziona dalle nostre parti, alla faccia delle belle parole.


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