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Il commissario regionale del Pd Calabria Stefano Graziano

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COSENZA – «Cinque domande al Commissario regionale Stefano Graziano». Sono quelle che Sergio De Simone, ex componente direzione regionale Pd, ha posto in una lunga nota al commissario regionale del Partito democratico in Calabria.

In realtà più che domande De Simone nella sua nota dà anche delle risposte, anticipando quelli che saranno gli esiti dei congressi. Anziché affidarli in busta chiusa ad un notaio, l’esponente dem ha preferito scriverli in una lettera aperta. A futura memoria direbbe qualcuno.

Tutto parte, ancora una volta, dalla famosa assemblea provinciale di Cosenza quando, scrive De Simone, da più parti «ti si poneva l’urgenza di stabilire data e approvazione del regolamento per il congresso provinciale, nelle tue conclusioni, a riguardo, sostenevi l’impossibilità di addivenire e stabilire sia la data che l’approvazione del regolamento in quanto Roma, attraverso la Commissione Nazionale per i Congressi, ritardava ad approvare il Regolamento e così fare svolgere, in tempi brevi, sia quello provinciale che quello regionale. Qualche giorno fa, invece, ho appreso che non solo era stato approvato il Regolamento, ma che erano anche fissate le date sia per il Congresso Regionale che per quelli provinciali».

Se questa è la premessa, ecco le domande:

È vero che la decisione di tenere prima il congresso regionale e successivamente quelli provinciali è frutto del fatto che a Roma le diverse “aree” del partito hanno stabilito che il segretario Regionale spettasse ad Area Riformista?

È vero che sempre a Roma l’Area Riformista avrebbe individuato il capo gruppo alla Regione Nicola Irto quale segretario Regionale?

È vero che l’accordo raggiunto a Roma tra le diverse “aree” comprende anche, come conseguenza della prima “assegnazioni”, che anche nelle cinque federazioni calabresi e precisamente Cosenza, Crotone, Catanzaro, Vibo Valenzia e Reggio Calabria siano già stati individuati e decisi i segretari/e e precisamente nell’ordine Maria Locanto, Annagiulia Caiazza, Giusy Iemma, Teresa Esposito e Giuseppe Marino?

È vero che, come sostenute in alcune riunioni ristrette di area tenutesi nella sede regionale del partito a Lamezia Terme, tale indicazioni-decisioni sono irrevocabili causa la venuta meno dei congressi?

Insomma per De Simone tutto è stato già deciso a tavolino e i congressi non sono altro che una presa in giro.

«Stante così le cose – scrive infatti – mi chiedo quale possa essere il mio contributo di iscritto a tale decisioni e soprattutto perché dovrei ratificare decisioni che vengono prese al di fuori della mia regione».

«Per quanto riguarda i nomi aggiungo che la maniera ed il modo in cui vengono individuati e designati, al di fuori della Calabria, questi segretari, li rende deboli, non legittimati e poco autorevoli sia agli occhi della Calabria che a quelli dello stesso partito – aggiunge De Simone – infine questo modo di procedere impedisce una discussione politica seria su ciò che è accaduto in questi anni nel Pd calabrese e sul fatto di essere un partito ormai marginale nella vita politica ed istituzionale calabrese e soprattutto impedisce di individuare strategie programmi alleanze per il rilancio in Calabria del centro sinistra e del nostro partito».

A breve sapremo se De Simone ha preso una topica clamorosa o se ha capacità divinatorie.

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